Criptovalute e truffe: c’è l’allarme dell’Agenzia delle Entrate | Cittadini tempestati non solo mail e telefonate
L’Agenzia delle Entrate ha lanciato un nuovo allarme phishing. Ecco come cercano di ingannarci e come possiamo proteggerci.
E’ partita una nuova allerta phishing da parte dell’Agenzia delle Entrate. A minacciare gli utenti non solo e – mail malevole, ma anche telefonate con cui vengono richiesti pagamenti di tasse dovute a presunti introiti ottenuti sulle criptovalute o sul trading online.
Come molti sanno, il phishing è un fenomeno assai diffuso, attraverso il quale i criminali del web, fingendosi enti affidabili, note aziende e talvolta un parente o un amico, spingono con l’inganno le malcapitate vittime a fornire loro dati sensibili o soldi.
Normalmente, colpiscono tramite messaggi di posta elettronica, ma non è escluso che gli hacker agiscano con sms o telefonate.
Anche se di recente si sente spesso parlare di questo tipo di truffe, non è sempre facile smascherarle, considerato che le tecniche utilizzate sono sempre più ingegnose e i siti dove vengono reindirizzati gli utenti sono in tutto e per tutto simili a quelli ufficiali di istituti bancari, istituti postali, servizi di pagamento online e così via. Spesso, viene utilizzato il nome dell’Agenzia delle Entrate, come nel caso della truffa sulle criptovalute. Ecco come agiscono i cybercriminali.
Truffe criptovalute: come funziona
Non è una novità che il nome dell’Agenzia delle Entrate venga associato al fenomeno del phishing. Questo, principalmente, perché i truffatori utilizzano spesso nomi di enti affidabili per ingannare la malcapitata vittima. Normalmente, il canale utilizzato sono le e – mail, ma questa volta, pare che i malintenzionati abbiano alzato l’asticella, raggiungendo gli utenti presi di mira anche con telefonate. “Dello schema malevolo – spiega l’Agenzia delle Entrate nell’avviso pubblicato il 6 giugno scorso – potrebbero far parte anche false comunicazioni telefoniche provenienti sia da numeri italiani che esteri (ad esempio con prefisso +44) e l’invio al malcapitato di documenti manipolati ad arte”.
Nelle comunicazioni chiedono il pagamento di imposte dovute per presunti introiti sulle criptovalute. Gli importi richiesti possono essere anche piuttosto alti, ecco perché, l’Agenzia ha messo in guardi i contribuenti.
Come evitare di essere vittima di phishing
Nel suo messaggio l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che una mail ingannevole può essere riconosciuta da alcuni indizi. Infatti, sebbene la comunicazione contenga loghi dell’Agenzia delle Entrate e prospetti di calcolo, può essere smascherata dalla presenza di grossolani errori grammaticali, di punteggiatura o omissioni nel testo.
Inoltre, spesso, questi messaggi invitano a cliccare dei link dove vengono richiesti informazioni personali o coordinate bancarie, oppure, viene richiesto di scaricare documenti allegati che potrebbero contenere link malevoli. Come ha evidenziato l’Agenzia, gli enti pubblici non chiedono mai dati personali all’utenza tramite e – mail, sms o telefonate. Questo tipo di richieste altro non sono che tentativi di truffa.