Addio a pane e panini: non c’entra la dieta | In queste città gli scaffali sono stati svuotati: italiani in piazza
Andiamo a scoprire cos’è successo in una città italiana dove si è registrato un problema di non poco conto con il pane. La ricostruzione
Il pane è l’alimento base di qualsiasi tradizione culinaria mondiale. Tutti dovrebbero averne un po’ a tavola, ma sappiamo bene che purtroppo non è così in diverse aree del globo. Questo però è un capitolo spinoso che è meglio tralasciare in questa sede.
Ciò che andremo scrutare riguarda un’attività che si occupava della realizzazione del pane, che a quanto pare non aveva i requisiti per farlo. A riportare il fatto è stato frosinonetoday.it, che ha specificato i particolari di una vicenda ancora tutta da chiarire.
Il tutto è scaturito in seguito ad un accurato controllo effettuato dai NAS di Latina che coadiuvati dai colleghi dell’arma territoriale hanno rilevato una serie di incongruenze in un forno situato in Ciociaria.
Non resta quindi che capire cosa è emerso dall’ispezione e quali sono state le conseguenze sia in termini economici sia per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari per il soggetto sorpreso in posizione di difetto.
Forno abusivo in provincia di Frosinone: cosa è emerso dall’ispezione
Andando nello specifico, nel corso delle operazioni i Carabinieri hanno sequestrato un sostanzioso quantitativo di prodotti da forno per un totale di circa 600 kg. Erano tutti sprovvisti della tracciabilità prevista dalla normativa e custoditi all’interno di una struttura priva delle necessarie autorizzazioni.
Ciò non va a collimare affatto con la disposizioni a tutela dei consumatori, che devono avere sempre tutte le informazioni in merito alla provenienza e alla trafila dei prodotti che vanno ad acquistare. Per effetto di ciò i provvedimenti decretati nei confronti del titolare non sono stati per niente morbidi.
Sanzione e conseguenze per il titolare
In primis al proprietario del forno è stata comminata una sanzione amministrativa per un importo complessivo di 4.500 euro. Ma non è tutto. A ciò sarà affiancato la notifica di un provvedimento di sospensione dell’attività da parte dell’ASL competente. Dunque, una storia che la dice lunga su come in Italia la tematica della sicurezza alimentare è sempre posta al primo posto.
D’altronde in un paese che fa della tradizione culinaria il suo biglietto da visita, non possono essere ammesse incongruenze di nessun genere. Il lavoro dei NAS di fatto è sempre all’ordine del giorno e se oggi è stato scoperta questa malefatta, domani sicuramente verrà fuori qualcos’altro visto che i furbetti sono sempre dietro l’angolo.