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‘Da domani non berrò più questa bevanda’, purtroppo dovremo farne a meno per sempre | E’ peggio del Covid

evita questa bevanda
Evita questa bevanda: è peggio del Covid (Depositphotos) – Solofinanza.it

Dovremo fare a meno di una bevanda molto diffusa e consumata. Il rischio per la salute è altissimo, peggio del Covid.

Negli USA è in corso una pericolosa epidemia di influenza aviaria H5N1 nei bovini da latte, come riportato da adnkronos.com. Come ha spiegato durante il periodico briefing con la stampa sui temi sanitari più caldi a livello internazionale, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom: “finora non mostra segni di adattamento alla diffusione tra gli esseri umani, ma è necessaria una maggiore sorveglianza”.

Nel corso dell’epidemia, ha sottolineato il Dg dell’Oms: “sono stati infettati 36 allevamenti in 9 stati. E’ stato segnalato un solo caso umano, almeno 220 persone sono monitorate e almeno 30 sono state sottoposte a test. Tuttavia, molte più persone sono state esposte ad animali infetti ed è importante che tutti coloro che sono stati esposti siano testati o monitorati e ricevano cure, se necessario”.

Per tale ragione, al momento potrebbe essere meglio non consumare questa bevanda.

Aviaria: ecco la bevanda da evitare

Sebbene, proprio come ha evidenziato Tedros: “l’Oms continua a valutare il rischio per la salute pubblica rappresentato dall’influenza aviaria H5N1 come basso, per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte ad animali infetti”, è meglio evitare il consumo di latte crudo.

Il direttore generale dell’organizzazione Mondiale della sanità ha ricordato che il virus “è stato rilevato nel latte crudo”, ma la pastorizzazione sarebbe in grado di ucciderlo. Ecco perché si raccomanda esclusivamente il consumo di latte pastorizzato.

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Influenza aviaria: bovini (Depositphotos) – Solofinanza.it

Cosa succede in Italia

Mentre Oltreoceano i timori della diffusione del virus di influenza aviaria crescono, secondo gli esperti in Italia resta un pericolo improbabile anche se, come hanno sottolineato: “più il virus si diffonde e più il rischio cresce”. Ad ogni modo, al momento, l’unico caso umano da infezione da H5N1 ad alta patogenicità documentato nell’ambito dell’epidemia fra bovini è quello di un lavoratore texano del settore lattiero – caseario, che si è contagiato per via di un contatto diretto con gli animali.

E’ intervenuto in merito anche l’epidemiologo Massimo Ciccozzi che ha affermato: “Dai dati che arrivano dagli Usa sui casi di H5N1 negli allevamenti bovini sappiamo che nel latte c’è il virus ma non sappiamo se è vivo o morto, ovvero se può infettare gli umani che lo bevono. E’ chiaro che va pastorizzato, ma questo vale al di là dell’influenza aviaria […] Ad oggi – prosegue l’esperto – non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana e quindi, per ora, il rischio è basso. Però tasso di letalità se dovesse accadere sarebbe intorno al 40%. Va evitato assolutamente e vanno evitati quindi gli allevamenti intensivi”.