Automobili, l’inganno è servito: non tutte sono ‘originali’ e ti prendono in giro | Le riconosci da questo bullone
Al contrario di quanto si possa pensare non tutte le auto definite storiche in realtà lo sono. Quali possono essere annoverate tra queste.
Spesso abbiamo sentito parlare di auto storiche. Magari più di qualche volta ci è capitato di assistere ad un raduno in maniera del tutto involontaria o magari siamo proprio noi a possederne un esemplare.
Attenzione però, ci sono tantissimi aspetti da chiarire in merito e ciò potrebbe portare anche alla clamorosa scoperta di non avere realmente tra le mani un’auto d’epoca. Un vero e proprio shock che si può evitare divulgando le corrette informazioni.
Infatti stando a quanto riportato da ansa.it solo il 20% delle auto registrate come storiche in Italia può davvero fregiarsi di questo riconoscimento e può quindi beneficiare degli sconti previsti dalle normative in materia.
A lanciare l’allarme è stato il Codacons che ha annunciato un esposto all’Antitrust e alla Corte dei Conti e al Ministero dei Trasporti ipotizzando anche un danno all’erario. Ecco come si sta evolvendo questa situazione nel dettaglio.
Auto storiche: cosa sta succedendo
Stando all’analisi effettuata dal Codacons l’80% del parco auto certificato come storico risulterebbe utilizzato quotidianamente per compiere le normali funzioni di mezzo di trasporto. Tra questi andrebbero inclusi anche i furgoni commerciali in pieno esercizio. Insomma, un vero e proprio polverone che però ha anche altri risvolti.
L’associazione a tutela dei consumatori ha infatti segnalato anche una presunta posizione di oligopolio da parte delle associazioni che gestiscono i registri delle auto storiche previsti dal Codice della Strada. Tutto ciò a loro parere potrebbe generare un danno all’Erario stimato in circa 30 milioni di euro.
Il fenomeno dell’abusivismo delle perizie assicurative
Spiegato in maniera più semplice, il compito di realizzare l’istruttoria per il rilascio della certificazione stando a quanto riportato dall’esposto dell’associazione verrebbe assegnato a semplici amatori di federazioni private che non avrebbero né titoli né competenze specifiche per fare questo genere di lavoro.
Passando invece al fenomeno dell’abusivismo inerente le perizie assicurative è intervenuto invece l’Aiped (Associazione italiana periti ed estimatori danni) che ha presentato una segnalazione ad Ivass abbastanza corposa. L’oggetto della diatriba in questo caso è la nuova piattaforma utilizzata da alcune compagnie di assicurazioni, che realizzano le perizie utilizzano foto e video (addirittura creati con l’intelligenza artificiale). Tutto ciò va ad alterare lo stato delle cose evitando che che l’attività di accertamento e stima dei danni resti riservata ai professionisti del campo.