Se fai shopping online sei nei guai, paga subito questa tassa e nessuno si farà del male | Controlla se anche i tuoi prodotti sono nel carrello
Si tratta di una tassa riguardante una specifica gamma di articoli. Il provvedimento ha un obiettivo specifico e concreto.
Lo shopping online è di gran lunga la nuova frontiera degli acquisti. Molte persone potendo usufruire di questa comodità restano tranquillamente sedute in poltrona e scrutano tutti i negozi virtuali di loro gradimento. Una volta scelti i prodotti da mettere in carrello si passa all’acquisto con carta ed in pochi secondi il gioco è fatto.
Inizialmente c’era un po’ di scetticismo in merito alla possibilità di poter compare dei capi di abbigliamento. Il semplice fatto di non poter provare una maglia piuttosto che un pantalone sembrava essere un ostacolo di non poco conto ed invece con l’opzione reso qualora si riscontri che la taglia non è giusto si può tranquillamente rispedire al mittente.
Dunque uno scenario dove la comodità del cliente è al primo posto. L’altra faccia della medaglia però è quella di coloro che lavorano nei negozi di abbigliamento e si vedono scavalcare da un mercato che riscuote sempre più consensi. Attenzione però esiste anche qualche contro.
Infatti a breve sarà introdotta una maggiorazione di prezzo per alcuni specifici articoli utili a rimpinguare il proprio guardaroba. Non resta che scoprire dove e in che modalità potrebbe verificarsi questo sconvolgente cambiamento e se questo provvedimento riguarda da vicino anche il nostro paese.
Lotta al fast fashion: quanto costerà in più
Come spesso capita quando si tratta di “rivoluzioni” è la Francia a voler combattere uno specifico segmento di mercato. Trattasi del fast fashion, un trend che sta avendo un certo richiamo soprattutto tra coloro che seguono qualsiasi genere di moda. Di solito i capi appartenenti a questa cerchia vengono prodotti a basso costo e in zona dislocate da cui vengono poi venduti online.
L’assemblea nazionale francese per effetto di ciò ha approvato una proposta di legge che prevede l’imposizione di un sovrapprezzo ai rivenditori di questo segmento. L’intento è quello di disincentivare e l’acquisto di abiti a basso costo e con un impatto sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei lavoratori.
Gli effetti di questo mercato sull’ambiente
La maggiorazione crescerà anno dopo anno fino ad arrivare a circa 10 euro entro il 2030. D’altronde la produzione continua e i cambiamenti di moda comportano degli effetti sull’ambiente non indifferenti. In Francia a tal proposito c’è già una legge “clima e resilienza che da circa 3 anni si occupa di regolamentare la promozione di combustibili fossili.
Le emissioni di carbonio in questi casi non sono affatto da sottovalutare, anzi è giusto cercare di mettere un freno. Gli avventori dinanzi a questi piccoli aumenti sicuramente avranno meno voglia di acquistare. Certo, il principio non vale per tutti. Chi ha una certa disponibilità economica difficilmente si farà coinvolgere da questo genere di questioni.