L’affitto di casa ti sta distruggendo la vita: da domani non avrai più un centesimo | Il contratto parla chiaro
Se pensi che l’affitto di casa sia parecchio pesante da sostenere, mantieniti forte, non ci sono buone notizie. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Tra le diverse novità previste dalla Legge di Bilancio 2024 in vigore dal 1° gennaio, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2023, quelle sugli affitti brevi.
Nello specifico, l’ultima Manovra all’articolo 1, comma 63 ha stabilito l’aumento dal 21 al 26 per cento l’aliquota di imposta in forma di cedolare secca e nuove incombenze burocratiche nel settore degli affitti brevi.
Questo significa che, per chi affitta per brevi periodi un immobile verrà applicata un’aliquota al 26%, ad eccezion fatta di chi concede in locazione una sola casa. La novità, infatti, riguarda esclusivamente chi affitta due o più case, e il prelievo maggiorato riguarderà tutti gli immobili, compreso il primo.
Affitti brevi: cosa sono
All’articolo 4 del decreto Legge n. 50/2017, gli affitti brevi vengono definiti “quei contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”.
Rientrano in questa categoria, dunque, sia quelli che vengono gestiti autonomamente dal proprietario di un immobile, sia quelli gestiti da un intermediario. Dal 2017 è possibile applicare ai contratti brevi la cedolare secca con aliquota al 21 per cento. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio scorso, le cose sono cambiate, o almeno in parte. Infatti l’aliquota, per chi affitta da due appartamenti in su passa dal 21 al 26 per cento. Inoltre, la manovra 2024 ha incrementato le incombenze burocratiche.
Affitti brevi: aumentano aliquota e incombenze burocratiche
Oltre al passaggio dal 21 al 26 per cento dell’aliquota, le brutte notizie riguardo agli affitti brevi non finiscono qui. Infatti, a complicare ulteriormente le cose ci sarà il debutto del Codice Identificativo Nazionale (CIN), introdotto per contrastare le irregolarità.
La misura prevede che chi affitta per brevi periodi ha l’obbligo di esporre il suddetto codice all’interno dello stabile e indicarlo anche negli annunci. In mancanza del CIN, si rischia una multa salatissima che va da 800 fino a 8 mila euro, in base alle dimensioni dell’immobile.