“Chiusura degli sportelli”: allarme rosso Poste Italiane | Già emesso l’avviso, c’è la data di addio
Poste Italiane sta per affrontare un periodo di grandi cambiamento con la privatizzazione dell’azienda ecco cosa cambia subito
Posti di lavoro a rischio e difficoltà per gli utenti a causa della chiusura di molti sportelli di Poste italiane. Panico tra gli abitudinari delle filiali vicino casa che non potranno più avere la comodità di rivolgersi agli impiegati delle Poste come fanno ora. Ma la paura più grande è a carico degli impiegati che non saranno più necessari nella quantità attuale.
La scrematura dei dipendenti porterà a licenziamenti e molte persone resteranno senza lavoro. I piccoli paesi, in particolare, si vedranno privati degli sportelli di Poste Italiane che saranno chiusi dopo la privatizzazione e non forniranno più il servizio molto utile soprattutto per gli anziani e le persone che hanno problemi a spostarsi dal paese. Ma quali sono gli sportelli che saranno disattivati?
Sono molti gli uffici postali presenti fino a oggi su tutto il territorio italiano che chiuderanno i battenti e non saranno più disponibili per gli utenti. Un evento che avverrà nei prossimi tempi cambiando le abitudini di numerosi italiani. Un cambiamento che danneggerà le persone più fragili e i dipendenti di questi uffici. I sindacati chiedono un ripensamento.
Poste Italiane: cosa succede con la privatizzazione, gli sportelli pubblici chiudono
Un cambiamento epocale vede diventare privato un ente fino a oggi rimasto pubblico: Poste Italiane. Un’istituzione, ormai, a cui si sono affidati milioni di italiani anche preferendola alla banca in molti casi. In particolare, la Poste è scelta dalle persone anziane per comodità e per la maggiore facilità di accesso. Con la privatizzazione cambia tutto e sono a rischio molti posti di lavoro.
Sono più di mille gli sportelli di Poste Italiane che rischiano la chiusura definitiva. Questo significa che oltre 3 mila dipendenti potrebbero perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi. In particolare si parla del Piemonte, dove si sta avviando la privatizzazione di PI. Le conseguenze spaventano i cittadini che potrebbero non trovare più oltre mille uffici postali e dovranno cambiare abitudini rivolgendosi a centri più grandi con relativi spostamenti.
Cosa succederà con la chiusura degli sportelli delle Poste Italiane
Gli impiegati, i portalettere e tutte le persone che operano in tali uffici perderanno il lavoro o saranno spostati altrove. I sindacati sono sul piede di guerra per trovare una soluzione ideale per questi dipendenti. Le difficoltà si riflettono anche sui cittadini che avranno problemi a spostarsi in quanto gli sportelli che saranno eliminati a breve, sono proprio quelli situati in piccoli centri periferici o in zone montane. Ovvero quelli che rendono meno e sono onerosi per un’azienda privata che, quindi, punta al profitto più che al servizio del cittadino come invece fa un ente pubblico.
I sindacati, sotto la guida di Bruno Bartone della Cisl, Evaristo Perrini della Uil e Nunzia Mastrapasqua della Cgil, chiedono che il Governo, tramite il Consiglio Regionale, cambi idea per Poste Italiane. La richiesta viene portata avanti dai rappresentanti dei lavoratori che si dicono preoccupati per il loro futuro. Ma l’azione del Governo è svolta per l’intenzione già esposta di immettere sul mercato finanziario azioni di Poste Italiane che oggi sono sotto il controllo del Mef oltre che della Cassa depositi e prestiti. Tale operazione avverrà nel prossimo mese, marzo 2024, e rientra nelle decisioni prese a fine 2015 dall’Esecutivo in forze in quel periodo.