Il ritorno dei pensionati italiani: scappare all’estero non conviene più
In calo il trend che vedeva gli italiani trascorrere la pensione all’estero, ma qual è la ragione? La spiegano gli esperti.
Negli ultimi tempi, un fenomeno apparentemente inverso rispetto al passato sta prendendo forma nel panorama previdenziale italiano: il ritorno dei pensionati dall’estero al proprio paese d’origine.
Ciò rappresenta una svolta significativa rispetto al decennio precedente, quando un considerevole numero di pensionati italiani aveva scelto di trascorrere i loro anni d’oro al di fuori dei confini nazionali.
Tuttavia, oggi assistiamo a un cambiamento significativo, con un crescente numero di over 65 che hanno trascorso gran parte della loro vita lavorativa all’estero e che ora ritornano in Italia per godersi la pensione.
A che cosa è dovuto quest’inversione di rotta? Scopriamolo assieme.
Diminuiscono le partenze, l’esperto spiega perché
La tendenza attuale indica un significativo decremento degli italiani che, giunti all’età pensionabile, scelgono di trasferirsi all’estero. Una dimostrazione tangibile di ciò si riscontra in Paesi come il Portogallo, dove le modifiche apportate agli sgravi fiscali hanno ridotto drasticamente il numero di richieste di espatrio. Similmente, anche in Germania, Belgio e Gran Bretagna si registra una diminuzione degli spostamenti dei pensionati italiani. Al contrario, Paesi come Spagna, USA e Canada vedono un incremento delle richieste di trasferimento da parte dei pensionati italiani.
Secondo Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, le motivazioni di questo cambio di tendenza sono molteplici. Brambilla attribuisce la diminuzione degli espatri verso determinati Paesi al crescente costo della vita e alle spese sanitarie che non offrono un livello di qualità paragonabile a quello italiano. Inoltre, all’estero si perdono le agevolazioni fiscali e gli strumenti di welfare presenti in Italia, come la no tax area e la social card.
Anche l’aspetto economico è fondamentale
Un altro fattore importante da considerare è l’aspetto economico. Ogni anno, gli enti previdenziali esteri versano assegni pensionistici a circa 400.000 italiani che scelgono di fare ritorno in patria. Questo flusso di denaro contribuisce a generare consumi, investimenti e tassazione nel sistema italiano, rappresentando circa lo 0,2% del PIL nazionale. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che il processo di reintegrazione nel sistema previdenziale italiano comporta alcuni adattamenti, come l’applicazione di aliquote fiscali sui redditi per un determinato periodo di tempo.
I dati più recenti evidenziano un calo del numero di pensionati italiani residenti all’estero, passando da 274.544 soggetti nel 2020 a 252.144 nel 2022. Inoltre, le domande per le pensioni all’estero nel 2022 sono diminuite rispetto agli anni precedenti. Nonostante ciò, l’INPS continua a erogare oltre 1,4 miliardi di euro per le pensioni all’estero, comprendendo anche cittadini stranieri che hanno versato contributi in Italia prima di tornare nel proprio paese d’origine.