Bancomat, se non vuoi rogne con il Fisco occhio a non commettere questi errori quando prelevi
Anche sui prelievi effettuati al bancomat possono scattare i controlli del Fisco. Ecco gli errori da non commettere.
E’ sempre più serrata la lotta all’evasione fiscale. Del resto, l’economia sommersa e illegale rappresenta una grande sofferenza per i conti dello Stato, per cui, non c’è da stupirsi se quasi tutti gli esecutivi italiani fanno della lotta all’evasione un punto cardine nella loro azione.
Per tale ragione, sono diverse le misure volte a garantire una maggiore trasparenza, tra cui, una nuova stretta per quanto riguarda i classici prelievi al Bancomat. Il Fisco, infatti, ora ha la possibilità, come mai era accaduto in passato, di monitorare più frequentemente e con più efficacia i conti correnti e le carte di credito.
Come già noto, tutte le operazioni compiute con il bancomat finiscono nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, ma ora c’è una marcia in più. Come spiegano gli esperti: “il bancomat diventa per l’Erario fonte primaria a cui attingere per ottenere preziose informazioni di tipo fiscale. I controlli sono effettuati tanto sui prelievi quanto sui risparmi”. Ecco, dunque, gli errori da non commettere per non rischiare un accertamento fiscale.
Prelievi Bancomat: quali errori non commettere
La lotta all’evasione fiscale si fa sempre più serrata. Tra le misure adottate per avere una maggiore trasparenza e tracciabilità dei movimenti, una grossa stretta ai classici prelievi Bancomat. Come mai prima d’ora, il Fisco può controllare con maggior efficacia e assiduità conti correnti e carte di credito. In particolare, saranno verificate le abitudini degli italiani relative al bancomat.
Come spiegano gli esperti: “vengono passati al setaccio gli importi di denaro contante prelevati e la quantità di operazioni effettuate sul conto corrente del contribuente, in genere su base mensile. Anche i ‘non prelievi’ o risparmi interessano decisamente l’Agenzia delle Entrate, specie quando un contribuente non effettua (o effettua scarsamente) prelievi o pagamenti elettronici per saldare bollette, affitti o spese indispensabili per la sopravvivenza”. Ma quando scatterebbe l’allarme? Secondo gli esperti, il “trucco” è quando si verificano due estremi: o troppi prelievi ravvicinati o troppo pochi rispetto alla tipologia di vita e di lavoro di una certa persona. Tra i campanelli d’allarme che allertano il Fisco, i prelievi che superano i mille euro giornalieri e i 5 mila euro mensili.
Come abbiamo anticipato, anche i versamenti, tanto quelli effettuati allo sportello, quanto al bancomat o tramite bonifico, sono attenzionati dall’Agenzia delle Entrate. In particolare, scatta la segnalazione all’Unità di informazione finanziaria (Uif) presso la Banca d’Italia, qualora venisse superata la soglia limite di 10 mila euro al mese.