Alzheimer, la malattia inizia dalla perdita della vista | Se noti qualcosa corri a fare un esame
Scoperta storica nel campo della ricerca: grazie a questo sintomo sarà possibile diagnosticare l’Alzheimer cinque anni prima del previsto.
L’Alzheimer è una malattia che conosciamo bene, ma non completamente. Ancora oggi vengono condotti numerosi studi sulla prevenzione e la scoperta di sintomi in uno stadio precoce.
Una di queste ricerche ha di recente portato alla luce un collegamento tra la malattia degenerativa e un deterioramento cognitivo che, soprattutto nelle donne, potrebbe svilupparsi come primo sintomo.
Con uno studio condotto su più di 1000 individui, lo studio ha rivelato la connessione tra l’Alzheimer e la PCA, o atrofia corticale posteriore.
In termini più semplici, si tratta di un deterioramento delle capacità visive. Ecco perché questa scopera potrebbe contribuire a salvare milioni di individui in tutto il mondo.
PCA: svelato l’inaspettato collegamento con l’Alzheimer
La PCA colpisce principalmente le regioni del cervello coinvolte nell’elaborazione delle informazioni visive, causando problemi come difficoltà nella percezione della profondità e nell’identificare la posizione degli oggetti. Questi sintomi possono manifestarsi nella vita di tutti i giorni come difficoltà nella guida notturna o nell’esecuzione di compiti che richiedono percezione visiva accurata. Sorprendentemente, il 94% dei pazienti studiati che avevano PCA ha mostrato segni di malattia di Alzheimer durante le autopsie, suggerendo una stretta correlazione tra le due condizioni.
Un aspetto rivelatore di questo studio è che la PCA è spesso diagnosticata diversi anni prima dell’Alzheimer, con un’età media di insorgenza intorno ai 59 anni, ovvero circa cinque o sei anni prima rispetto alla diagnosi media di Alzheimer. È interessante notare che questa condizione colpisce più frequentemente le donne, che rappresentano il 60% dei casi. Tuttavia, la diagnosi può essere ritardata poiché i sintomi visivi possono essere erroneamente attribuiti all’invecchiamento degli occhi anziché alla demenza.
Con una corretta diagnosi si può prevenire la malattia
Marianne Chapleau, neuropsicologa e autrice principale dello studio, sottolinea l’importanza di riconoscere i sintomi visivi come possibili segnali di avvertimento precoci della malattia di Alzheimer. Spesso, le persone ignorano i problemi visivi o li attribuiscono a cause comuni legate all’età anziché cercare un’adeguata valutazione medica. Questo ritardo nella diagnosi può compromettere le opportunità di intervento precoce e di gestione dei sintomi.
Un dato significativo emerso dalla ricerca è che la PCA può essere rilevata anche prima che si manifestino evidenti deficit cognitivi. Molti pazienti presentavano difficoltà nella disprassia costruttiva, un’incapacità di copiare figure o diagrammi semplici, oltre a problemi nella percezione della posizione degli oggetti e nella gestione di più stimoli visivi contemporaneamente. La diagnosi precoce della PCA è cruciale non solo per fornire un trattamento tempestivo dei sintomi, ma anche perché farmaci anti-amiloide come il Lecanemab possono essere efficaci nel rallentare la progressione della malattia. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno la relazione tra PCA e Alzheimer, questa scoperta offre una nuova speranza per il miglioramento delle strategie diagnostiche e terapeutiche.