Intelligenza Artificiale e aldilà: parleresti coi defunti? | Alcuni lo fanno già
Sta facendo parlare di sé un caso storico in cui una mamma ha contattato la figlia defunta attraverso le AI: ma cosa si rischia?
L’avvento delle nuove tecnologie, in particolare dell’Intelligenza Artificiale (IA), ha aperto un dibattito complesso che coinvolge aspetti culturali, etici e morali.
Un esempio emblematico di questa sfida è rappresentato dal documentario “Eternal You” di Hans Block e Moritz Riesewieck, presentato al Sundance Film Festival.
Il film esplora il mercato in crescita dei servizi che, attraverso l’IA, consentono dialoghi immaginari ma spesso realistici tra i viventi e i loro cari defunti.
La realtà però spesso supera la fantasia, e anche in questo caso abbiamo già un esempio di una donna sudcoreana che ha cercato di contattare la figlia perduta attraverso l’IA.
Il film rimane imaginifico, ma in Corea del Sud…
La riflessione centrale del documentario solleva una domanda provocatoria: se avessi la possibilità di comunicare con una persona amata che non c’è più, coglieresti l’occasione? Mentre la tecnologia avanza, le aziende stanno perfezionando la capacità di creare avatar sempre più simili alle persone, imitando emozioni, caratteristiche specifiche e comportamenti dei defunti. Questa realtà, seppur affascinante, pone interrogativi profondi sulla nostra cultura, sulle scelte etiche e sui rischi psicologici associati. Il dibattito si estende oltre la sfera cinematografica, coinvolgendo esperienze reali di persone come Josh, che tramite la startup Project December ha la possibilità di chattare con la sua defunta ragazza.
Questa azienda ricrea la personalità del defunto combinando dettagli e ricordi forniti dai clienti, utilizzando immense banche dati. Il fondatore di Project December, Jason Rohrer, sembra affrontare l’aspetto morale con una visione pragmatica, sostenendo che non è sua responsabilità fermare la tecnologia. Tra le aziende che offrono servizi simili, spiccano Hereafter, che consente di interagire con una versione audio del defunto, e Yov, che crea alter ego digitali quasi identici agli originali. Un caso particolare è quello di Jang Ji Sung, una madre sudcoreana che ha accettato di partecipare a un esperimento televisivo per poter interagire virtualmente con la figlia defunta. Questi casi sollevano domande difficili: è etico creare una realtà virtuale che offre conforto a coloro che soffrono dalla perdita di una persona cara?
L’impatto etico e morale dell’IA
Il documentario evidenzia come questa tecnologia, apparentemente fantascientifica, sia già disponibile oggi, ma la sua portata e i rischi associati sono ancora difficili da comprendere completamente. L’eterna domanda sulla giustizia di tali pratiche continua a emergere: quale impatto avranno sull’equilibrio emotivo delle persone? È giusto creare un’illusione di realtà che sembra autentica ma che in realtà è generata artificialmente?
Il dibattito sulla moralità e l’etica dell’interazione con i defunti attraverso l’IA è solo all’inizio. È fondamentale esplorare approfonditamente queste questioni, coinvolgendo esperti, eticisti e la società nel suo complesso. Il confine tra la possibilità tecnologica e l’etica umana deve essere attentamente considerato mentre ci avventuriamo in un futuro in cui l’intelligenza artificiale potrebbe offrire connessioni con il passato in modi mai immaginati.