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Ferie non godute? Te le devono pagare | Una sentenza storica cambia tutto

Ferie non godute: hai diritto a un indennizzo. – Solofinanza.it

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea abbatte il divieto italiano sulle ferie non godute: un’importante vittoria per i lavoratori.

Con una sentenza storica, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJUE) ha recentemente bocciato una norma italiana sulle ferie non godute in alcuni casi specifici.

Questa sentenza apre la strada a un risarcimento per i dipendenti pubblici che si dimettono per pensionamento anticipato.

Il caso che ha portato a questa decisione riguarda un ex dipendente del Comune di Copertino, provincia di Lecce, che, dopo 24 anni di servizio, aveva presentato le dimissioni per ottenere la pensione anticipata.

Contestualmente, il lavoratore chiedeva un’indennità per i 79 giorni di ferie non godute durante il suo periodo di impiego, che ora gli spetta di diritto.

Il Comune respinge la richiesta, ma l’UE da ragione al dipendente

Il Comune aveva inizialmente respinto la richiesta citando la legge italiana del 2012 secondo la quale le ferie non godute per i dipendenti pubblici non danno diritto a trattamenti economici sostitutivi, neanche in caso di dimissioni. Tuttavia, la CJUE ha stabilito che questa norma non è sempre valida e ha dato ragione al dipendente, sostenendo che lo Stato non può limitare un indennizzo del genere solo per ragioni di taglio della spesa pubblica o valutazioni puramente economiche.

La decisione si basa sulla direttiva dell’Unione Europea sugli orari di lavoro, emanata nel 2003, che protegge i diritti dei lavoratori. Secondo la CJUE, la legge italiana del 2012 è intervenuta durante un periodo in cui il governo Monti stava cercando di risanare i conti dell’Italia, con un decreto specificamente dedicato alla revisione della spesa pubblica. La sentenza stabilisce chiaramente che un dipendente pubblico può richiedere un indennizzo per i giorni di ferie non godute anche in caso di dimissioni volontarie. L’indennizzo può essere negato solo se il datore di lavoro dimostra che ha fatto tutto il possibile per consentire al dipendente di usufruire delle ferie, avvisandolo del rischio di perdere i giorni accumulati entro un certo limite.

L’UE sostiene il diritto alle ferie e quello al risarcimento. – Solofinanza.it

Il datore non può obbligarti a rinunciare alle ferie

Questa interpretazione della legge non è del tutto nuova, con la Corte di Cassazione che ha fornito letture simili in passato. La pronuncia più recente, risalente a novembre 2023, riguardava un operatore sanitario dipendente di un’Asl con 157 giorni di ferie non fruite. La Cassazione aveva stabilito che l’indennità poteva essere negata solo se l’Asl dimostrava di aver invitato il dipendente a utilizzare le ferie, cosa che non era avvenuta.

In entrambi i casi, si sottolinea che la legge del 2012 mira a prevenire abusi, vietando situazioni in cui un datore di lavoro potrebbe chiedere al dipendente di rinunciare al diritto alle ferie in cambio di un pagamento in denaro, pratica illegale in quanto il diritto al riposo non può essere ceduto in cambio di compensazione finanziaria. Questa decisione della CJUE costituisce una vittoria significativa per i lavoratori, confermando il diritto a un indennizzo per le ferie non godute anche in caso di dimissioni volontarie e rafforzando la protezione dei diritti dei dipendenti pubblici in materia di ferie.