Può capitare che a causa di errori nella bolletta di gas e luce, venga addebitato sul conto un importo più alto rispetto a quello realmente dovuto. Vediamo allora come ottenere il rimborso dal fornitore.
Non è così inusuale ricevere una bolletta di luce o gas con un importo che proprio non torna! Talvolta, infatti, capita che i consumi calcolati non combacino con quelli effettivi, con la conseguenza che ci si ritrovi a pagare più di quanto dovuto in realtà.
Se è vero che oggigiorno, non tutte le compagnie lavorano in modo trasparente e, spesso risulta davvero difficile leggere ed interpretare correttamente una bolletta, quando i consumi sono sbagliati, è possibile richiedere la rettifica degli importi e il rimborso delle somme.
In particolare, a chi ha l’addebito diretto sul conto, potrebbe capitare di ritrovarsi ad aver pagato una bolletta di luce o gas con importi eccessivi. Vediamo allora, come agire in questi casi.
L’addebito diretto in conto corrente è, senza dubbio, una comoda forma di pagamento, soprattutto, per chi ha tante scadenze da ricordare. Dunque, scegliere come modalità di pagamento l’addebito diretto su conto corrente, riduce in modo significativo il tempo da dedicare alle proprie utenze e ai pagamenti. Come per ogni cosa, però, anche l’addebito diretto in bolletta ha il suo rovescio. Infatti, può capitare di ritrovarsi addebitato un importo più alto rispetto a quanto effettivamente dovuto. In questo caso, la prima cosa da fare è verificare periodicamente i contatori di luce e gas e confrontare i consumi effettivi con quelli riportati in bolletta. Qualora, dovesse essere confermata un errore nella quantificazione dei consumi e quindi degli importi richiesti, ci sono diverse strade per agire.
Innanzitutto, bisogna revocare il mandato alla banca, attualmente, attraverso le app è possibile fare questa operazione in pochi secondi, comodamente seduti sul divano di casa. Successivamente, si deve inviare, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, una contestazione formale della bolletta al proprio fornitore, avendo cura di riportare tutti i dati necessari, dunque: numero cliente, fornitura, indirizzo, estremi del pagamento effettuato.
A comunicazione il fornitore ha l’obbligo di rispondere entro 40 giorni e qualora dovesse effettivamente riscontrare un addebito più alto rispetto al dovuto, avrà tempo 90 giorni per accreditare l’importo dovuto sul conto del cliente. Superato tale termine, il cliente potrà chiedere gli indennizzi, che vanno da 20 a 60 euro, in base al ritardo.