La solitudine è il morbo infettivo del ventunesimo secolo, una malattia che dalla pandemia è solo peggiorata: ecco spiegato il perché.
Il paradosso della società moderna vede le persone sempre più connesse, e al contempo sempre più isolate.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la solitudine minaccia la salute globale al pari di altri rischi noti come fumo e dipendenze.
La recente istituzione della Commissione sulla Connessione Sociale da parte dell’OMS evidenzia l’urgenza di affrontare il problema contrattaccando.
Il direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolinea che l’isolamento sociale ha gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica, aumentando il rischio di ictus, ansia, demenza, depressione e persino suicidio: ecco perché.
Ebbene sì: gli effetti nocivi della solitudine sono paragonabili a quelli causati dal fumo di quindici sigarette al giorno. Questo allarme coinvolge tutte le fasce d’età, e la pandemia è stata definita come un evento catalizzatore per l’aggravarsi di questo fenomeno. Secondo gli studi dell’OMS, tra il 5% e il 15% degli adolescenti sperimenta la solitudine, ma le cifre potrebbero essere sottostimate. Ma come è possibile che la solitudine, un’esperienza spesso celebrata nella letteratura, nella filosofia e persino nella spiritualità, possa avere tali conseguenze devastanti?
Il concetto di solitudine va oltre la dimensione filosofica o spirituale. Dati recenti indicano che la solitudine cronica, intesa come uno stato persistente di isolamento, minaccia gravemente la salute e il benessere umano. Alti livelli di solitudine sono associati a pressione sanguigna elevata, aumento del colesterolo, malattie coronariche, disturbi del sonno, rischio di disturbi cognitivi e demenza. Uno studio del 2015 rivela addirittura che le persone in solitudine cronica hanno un rischio di mortalità superiore del 26%.
Come abbiamo accennato poco fa, la pandemia ha esacerbato ulteriormente la situazione, portando ad un aumento del senso di isolamento e vuoto, nonostante la continua connessione virtuale. Paradossalmente, sembra che più si è connessi digitalmente, più ci si sente isolati. Forse è arrivato il momento di riconsiderare le modalità di comunicazione, tornando a un approccio più tradizionale, dove il contatto faccia a faccia prevale sulla comunicazione virtuale.
La solitudine emerge come una minaccia silenziosa per la salute globale. È essenziale affrontare questo problema con urgenza, promuovendo la connessione sociale come una priorità. Se la solitudine continua a diffondersi senza freni, potrebbe presto diventare uno dei principali fattori di rischio per la salute, con conseguenze devastanti per individui e società nel loro insieme.