Gli infermieri italiani che ogni anno lasciano il Bel Paese per andare in uno specifico paese europeo si attestano tra le 300 e le 500 unità. Scopriamo dove vanno e quali guadagni possono aspirare
Emigrare all’estero sta diventando sempre più consuetudinario per i ragazzi italiani che soprattutto in alcuni specifici ambiti riescono a trovare maggior fortuna oltre i confini nazionali. Gli infermieri rientrano in questa cerchia, visto che nel Bel Paese non possono vantare le medesime condizioni economiche e di stabilità di cui possono usufruire in diversi paesi europei.
Per questo ogni anno un numero compreso tra 300 e 500 infermieri decide di lasciare la sanità italiana per abbracciare quella di una nazione piuttosto vicina geograficamente, ma che in termini di condizioni lavorative sembra essere dall’altra parte del mondo. Stiamo parlando della Germania, che assume sempre più professionisti del settore provenienti dall’Italia.
A tal proposito sono piuttosto emblematici i dati raccolti dall’inchiesta di Nursing Up (Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica autonomo di categoria) secondo cui dal 2013 circa 4mila italiani sono approdati nel paese teutonico nelle principali città come Stoccarda, Berlino e Monaco di Baviera. Oltre il 70% opera ormai in pianta stabile in Germania.
I numeri e i dati dell’indagine arrivano direttamente dal progetto Germitalia collegato con il Ministero della Salute pubblica tedesca. Per sopperire alla carenza di infermieri nel paese tedesco viene calcolato tutto nei minimi dettagli e il servizio di reclutamento è costatante e volto a garantire agli infermieri provenienti dall’estero delle condizioni soddisfacenti sia da un punto di vista lavorativo sia di qualità della vita.
In primis bisogna superare una prova di selezione di assunzione e a quel punto si viene proiettati versi dei percorsi di full immersion linguistici che durano circa 4-5 mesi. È di fondamentale importanza che il professionista arrivi ad una reale conoscenza del tedesco, almeno un B1, che è indispensabile per poter lavorare e stare a contatto con i pazienti.
Quasi tutti riescono in questo obiettivo nonostante le difficoltà della lingua. D’altronde con corsi intesivi di 8 ore al giorno è praticamente impossibile non imparare. Se poi si raggiunge il B2 come livello linguistico si può ambire ad uno stipendio base di 2.300 euro netti al mese esclusi premi e straordinari.
Le aziende sanitarie tedesche che gestiscono le assunzioni mettono inoltre a disposizione dei monolocali convenzionati compresivi di arrendamento a 500 euro al mese con utenze incluse. Insomma, un vero e proprio abisso economico e strutturale che la dice lunga sul perché i nostri infermieri siano sempre più attratti dalla Germania.