L’Europa pioniera nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale: una panoramica sull’AI Act
AI Act: come funzionerà la regolamentazione delle intelligenze artificiali nell’UE? Arrivano i primi limiti, ma si teme per lo sviluppo.
L’Europa ha recentemente raggiunto un accordo storico per introdurre la prima legge al mondo sull’Intelligenza Artificiale, denominata AI Act.
Questo pacchetto normativo, frutto di mesi di negoziati tra il Parlamento e i governi dell’Unione Europea, ha l’ambizioso obiettivo di proteggere i cittadini e le democrazie dai rischi connessi a questa tecnologia e di accelerare lo sviluppo dell’IA nell’UE per ridurre il divario con gli Stati Uniti e la Cina.
Uno degli aspetti più delicati delle trattative ha riguardato la sicurezza, in particolare il riconoscimento facciale, un’applicazione già utilizzata in alcuni paesi per combattere il crimine, ma che è stata oggetto di preoccupazioni da parte di organizzazioni non governative ed esperti per i rischi sulla privacy e i diritti dei cittadini.
Vediamo nel dettaglio quali sono state le considerazioni fatte e le conclusioni raggiunte dall’UE in merito.
Limiti alla profilazione, ma esenzioni per le forze dell’ordine
Il testo finale della legge riconosce la “potenziale minaccia ai diritti dei cittadini e alla democrazia rappresentata da determinate applicazioni dell’IA”. Pertanto, sono stati vietati diversi usi dell’IA, tra cui sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili come convinzioni politiche, religiose, filosofiche, orientamento sessuale o razza. Inoltre, è vietata la raccolta non mirata di immagini facciali da Internet per la creazione di database di riconoscimento facciale.
La legge proibisce anche l’uso di applicazioni per il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative, oltre a vietare la creazione di punteggi sociali basati sul comportamento dei cittadini. Tuttavia, sono state previste esenzioni per le forze dell’ordine, con l’autorizzazione giudiziaria necessaria per l’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica.
Protezione per i diritti e sviluppo consapevole
Un altro punto di contesa è stato il requisito di trasparenza per i modelli di IA più avanzati, come ChatGPT e Bard. Alcuni paesi europei temono che norme troppo restrittive possano ostacolare lo sviluppo di queste tecnologie, considerando il divario già esistente con gli Stati Uniti e la Cina nei finanziamenti sull’IA. La legge prevede sanzioni severe per il mancato rispetto delle norme, con multe che possono arrivare fino al 7% del fatturato globale o 35 milioni di euro. Tuttavia, l’approccio complessivo è quello di garantire una valutazione d’impatto obbligatoria per i sistemi di IA ad alto rischio, includendo quelli utilizzati per influenzare le elezioni e il comportamento degli elettori.
L’eurodeputato del Pd Brando Benifei, che ha contribuito alla stesura del testo, sottolinea l’importanza delle regole stringenti per la sicurezza dei modelli più potenti e la necessità di trasparenza nel diritto d’autore per proteggere i lavoratori della creatività e del giornalismo. L’AI Act dell’UE rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione responsabile dell’IA, bilanciando la promozione dell’innovazione con la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. Sarà interessante vedere come questa legislazione influenzerà lo sviluppo e l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nell’Unione Europea e a livello globale.