Non riesci a pagare il mutuo? Ecco cosa può accaderti e come salvarti
Il mancato pagamento di una o più rate del mutuo è un incubo fin troppo comune, ma comprendere le conseguenze può aiutarti ad affrontarlo.
L’incapacità di far fronte al mutuo per la propria abitazione è un incubo che nessuno vorrebbe mai sperimentare. Trovarsi impotenti di fronte a un mutuo inadempiuto, senza possibilità di intervento e con il rischio di pignoramento e vendita all’asta sempre più imminente, è un dramma sempre più diffuso.
Molti si interrogano sulla presenza di soluzioni atte a eludere il pagamento del mutuo in situazioni di elevato debito. Ma è davvero possibile individuare una via d’uscita?
Una volta sottoscritto il contratto, il mutuatario si impegna a restituire ai creditori un numero prestabilito di rate mensili distribuite secondo accordi che solitamente coprono periodi di 15, 20 o 30 anni.
Ma cosa accade se il mutuatario, improvvisamente, non riesce più a onorare gli impegni finanziari? Le conseguenze sono nettamente delineate.
Le conseguenze immediate: una lista entro 18 mesi
In caso di mancato pagamento o ritardo nella corresponsione di una rata, il mutuatario è tenuto a risarcire i creditori pagando gli interessi di mora, con tassi che aumentano rispetto agli interessi inizialmente concordati nel contratto di mutuo (variando dal 2% al 4%). Ripetuti mancati pagamenti possono portare all’inserimento nel Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) gestito dalla CRIF, con il rischio di compromettere l’accesso a nuovi finanziamenti. Nel peggiore dei casi, i creditori possono procedere al pignoramento dell’abitazione ipotecata.
Per capire appieno la pericolosità di un mutuo non pagato, è fondamentale conoscere il periodo entro cui si verificano le conseguenze per le rate inadempienti: se la rata è scaduta e sono passati meno di trenta giorni, non ci sono penalità. Superato il trentunesimo giorno, il mutuatario diventa moroso. Dalla seconda rata non pagata in poi, oltre agli interessi, il nome dell’intestatario può essere segnalato nei registri CRIF dopo il mancato pagamento di due mensilità consecutive. Raggiunti i 180 giorni di ritardo, il creditore può valutare la risoluzione del contratto, richiedendo la restituzione immediata dell’importo prestato. Il pignoramento dell’immobile dopo 7 rate non pagate è possibile solo se il mutuo è stato stipulato prima del 2016. Per coloro che hanno stipulato il mutuo dopo il 2016, la legge sui mutui non pagati del 2016 innalza a 18 il numero di rate non pagate che innescano il pignoramento, anche non consecutive.
Il lungo termine: prescrizioni e protezioni
Contrariamente a quanto si possa pensare, non esiste prescrizione dopo 5 anni per i mutui non pagati. In caso di mancati pagamenti per 5 anni, i creditori conservano il diritto di pignorare l’immobile. La situazione cambia se i non pagamenti persistono per 10 anni. In tal caso, se il creditore non intraprende azioni di recupero, dopo 10 anni potrebbe perdere il diritto di farlo. Dopo 120 mesi di mancati pagamenti, vanno in prescrizione tutti i capitali dovuti a mutui, prestiti personali e cessioni del quinto. La prima casa non beneficia di alcuna “protezione” aggiuntiva, e può essere pignorata dai creditori e finire all’asta senza distinzioni per prime abitazioni occupate da bambini o persone disabili. Le condizioni economiche del debitore non costituiscono un ostacolo.
Il percorso rimane invariato: prima interessi di mora, poi la segnalazione ai registri CRIF e infine il pignoramento. Queste misure sono attuate solo se il creditore dispone di un titolo esecutivo. Tra le opzioni a disposizione dei creditori per recuperare il denaro c’è anche il pignoramento dello stipendio, una delle conseguenze più immediate. Dopo la notifica dell’atto di precetto, il creditore può richiedere al presidente del tribunale l’autorizzazione a consultare l’Anagrafe tributaria, elenco di tutti i redditi del debitore. Successivamente, i creditori notificano il pignoramento dello stipendio all’azienda, che è tenuta a trattenere un quinto del netto della busta paga. Quanto accade con lo stipendio può verificarsi anche con la pensione, sebbene solo le pensioni previdenziali siano soggette a pignoramento, escludendo quelle assistenziali.