Virologi e infettivologi stanno già lanciando l’allarme in vista della stagione invernale che potrebbe rivelarsi lunga e ricca di casi influenzali
L’influenza è tornata ed è partita subito col botto. Infatti secondo i primi dati dell’Iss nella settimana tra il 6 e il 12 novembre i casi stimati in Italia sono stati circa 375mila per un totale di di circa 1.264.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza ai primi di ottobre. Basti pensare che anche il cantante Ligabue è stato bloccato da questo tipo di malanni e ha dovuto annullare i concerti a Roma e ad Eboli.
Sulla tematica si sono espressi anche il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco e l’infettivologo Matteo Bassetti direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. I due esperti hanno messo in guardia gli abitanti del Bel Paese in vista della fase più fredda dell’anno in cui notoriamente questo genere di fenomeni aumentano.
Pregliasco ha inoltre esposto i sintomi che possono manifestarsi con maggiore frequenza nei soggetti adulti. Tra questi si possono annoverare la febbre a più di 38 nella fase iniziale, il naso chiuso o che gocciola e i dolori muscolari e articolari. Ovviamente possono esserci anche altri campanelli d’allarme, anche perché ci sono tanti altri virus che vengono fuori in questa fase.
A suo modo di vedere le vaccinazioni stanno andando in due direzioni opposto: quelle anti covid sono in calo anche tra gli anziani e i fragili mentre quelle anti influenzali hanno mantenuto lo stesso ritmo. Chi si vaccinava prima infatti lo sta facendo anche adesso. I numeri sono comunque bassi visto che si aggirano intorno al 50% della popolazione.
Bassetti dal canto suo ha rimarcato lo scenario delle ultime settimane e ha auspicato un aumento dei contagi per via del progressivo abbassamento delle temperature. Anche secondo l’infettivologo il vaccino è strumento di prevenzione che però è stato accantonato da molti. Stando a quanto ha dichiarato ad Adnkronos questa mancanza crea anche maggiori difficoltà nella diagnosi visto che non è semplice stabilire di primo impatto se si tratta di influenza o covid.
A preoccupare gli esperti è la situazione dei soggetti più a rischio come quelli che sono alle prese con il colesterolo e il diabete i quali nonostante prendano i medicinali per contrastare le loro patologie si espongono a questo genere di malattie non coprendosi con i vaccini adeguati. Insomma siamo appena all’inizio della fase fredda e le premesse non sono le migliori.