La ricerca ha cercato di mettere in luce i parametri che consentono di definire la felicità nell’arco della vita. Scopriamo quali sono e in che momento si raggiunge l’apice
La felicità un concetto meramente soggettivo e che secondo il pensiero comune non ha nessun tipo di paletto. Per intenderci, ognuno può essere felice a modo suo e in qualsiasi frangente della propria vita. A quanto pare però non è esattamente così che funziona secondi gli studiosi dell’Università di Colonia.
Questi ultimi hanno constatato attraverso un lavoro di ricerca che esiste un’età media in cui si manifesta una sorta di picco della felicità. Dunque non resta che capire come è stato svolto questo esperimento per comprendere a pieno qual è la fase dell’esistenza in cui mediamente le persone raggiungono il massimo dell’allegria interiore.
Lo studio ha coinvolto oltre 460mila partecipanti da oltre 30 paesi nel mondo e ha esaminato il “benessere soggettivo” nell’arco della vita. A tal proposito sono stati presi in esame tre fondamentali parametri: soddisfazione di vita, affetti positivi e negativi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista PsycNet e hanno la soddisfazione generale ha una flessione tra i 9 e i 16 anni per poi aumentare fino ai 70 e diminuire nuovamente in seguito.
Inoltre è stato scoperto che i cambiamenti principali riguardano gli stati emotivi positivi e negativi in relazione alla soddisfazione della vita. Il calo tra i 9 e 16 anni secondo i ricercatori è dovuto in particolare alla pubertà e ai cambiamenti che essa comporta. La spiegazione è piuttosto logica anche per gli over 70 che vedono le loro prestazioni fisiche diminuire così come la salute a volte. Inoltre devono fare i conti con i contatti sociali sempre meno frequenti e con la morte dei coetanei.
Per effetto di ciò la fascia d’età in cui si è più felici durante la vita è quella che va dai 40 ai 60 anni. I dati d’altronde parlano chiaro e si basano non sul singolo momento ma sullo sviluppo emotivo dei soggetti col passare degli anni. Sulla stessa lunghezza d’onda dei tedeschi c’è anche Federico Colombo psicologo e psicoterapeuta che fa parte della società italiana di Psicologia Positiva.
A suo dire però c’è anche un limite in questo lavoro, ovvero che la felicità viene valutata solo in maniera soggettiva e non viene preso in considerazione il benessere mentale che scaturisce dalle relazioni che si hanno nella vita. Un particolare di non poco conto che comunque per la ricerca tedesca non è così fondamentale.