Fine anno, arriva il conguaglio Irpef 2023: una guida per affrontarlo preparati
Come funziona il conguaglio, e di quali redditi si tiene conto? Ecco una semplice guida per arrivare preparati alla busta paga di Gennaio.
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno tornano le preoccupazioni e i dubbi per quanto riguarda il tanto temuto conguaglio, che determina il peso della nostra busta paga.
La tassazione fiscale applicata in busta paga durante l’anno è un procedimento parziale, poiché l’importo delle ritenute effettivamente a carico del contribuente può essere determinato solo quando sono noti i redditi percepiti dal 1 gennaio al 31 dicembre.
Questa operazione è nota come conguaglio Irpef di fine anno, ed è responsabilità di chi elabora i cedolini.
Se però si ha la curiosità di comprenderne il procedimento e le regole, vediamo nel dettaglio come funziona e cosa devono aspettarsi i lavoratori.
Conguaglio IRPEF: come funziona per dipendenti e datori
Partiamo dalle basi: il conguaglio Irpef di fine anno è un calcolo effettuato direttamente nella busta paga, confrontando le trattenute fiscali subite durante l’anno con l’importo effettivamente dovuto all’Erario in base al reddito totalizzato nel periodo d’imposta. Se il conguaglio è positivo, il lavoratore riceverà un rimborso delle somme trattenute in eccesso; se è negativo, il lavoratore subirà una trattenuta per le imposte ancora dovute. In caso di conguaglio negativo, il dipendente può scegliere di versare l’importo dovuto al datore di lavoro, che a sua volta dovrà versare all’Erario nel mese successivo utilizzando il codice tributo 1013 nel modello F24. In alternativa, il dipendente può autorizzare il datore a prelevare l’importo dalle retribuzioni dei periodi successivi al secondo dello stesso periodo di imposta, con un interesse dello 0,50% mensile sugli importi oltre il mese di febbraio.
Il conguaglio di fine anno deve essere completato entro il 28 febbraio dell’anno successivo, salvo interruzioni del rapporto durante l’anno, in cui il conguaglio avviene alla data di cessazione del contratto. Durante il conguaglio di fine anno, il datore di lavoro o chi si occupa dell’elaborazione delle buste paga:
- Considera il reddito complessivo del dipendente nel periodo d’imposta, prendendo come riferimento le somme erogate dall’azienda se non ci sono ulteriori comunicazioni da parte del contribuente.
- Calcola l’Irpef lorda applicando aliquote alle diverse porzioni di reddito.
- Calcola le detrazioni fiscali basate sul reddito complessivo del dipendente nel periodo d’imposta.
- Sottrae le detrazioni dall’Irpef lorda per ottenere l’Irpef netta.
- Confronta l’Irpef netta risultante dal conguaglio con la somma dell’Irpef netta trattenuta nei cedolini dell’anno.
- Determina se il dipendente ha diritto a un rimborso (conguaglio positivo) o a una trattenuta (conguaglio negativo).
Quali redditi vengono considerati e come avviene il calcolo
I redditi considerati per il conguaglio di fine anno sono quelli da lavoro dipendente, ovvero quelli derivanti da rapporti di lavoro subordinato. Il datore di lavoro può considerare redditi di lavoro dipendente percepiti in precedenti rapporti se richiesto entro il 12 gennaio dell’anno successivo, mediante la consegna della Certificazione Unica contenente i redditi erogati da altri soggetti. Il reddito considerato per il conguaglio è quello percepito in ciascun periodo d’imposta, coincidente con l’anno solare (1 gennaio – 31 dicembre). I redditi di lavoro sono considerati imponibili al momento della percezione, seguendo il criterio di cassa.
L’Irpef lorda si calcola applicando diverse aliquote percentuali alle singole porzioni di reddito, come definito dalla Manovra 2022. Le detrazioni includono quelle per redditi da lavoro dipendente, familiari a carico, erogazioni del datore di lavoro per spese sanitarie e premi di assicurazione, oneri deducibili o detraibili con trattenute effettuate dal datore di lavoro, e detrazioni per imposte pagate all’estero. Infine, il confronto tra l’Irpef netta risultante dal conguaglio e le trattenute effettuate nei singoli cedolini determina la necessità di un rimborso o di ulteriori trattenute. Il conguaglio di fine anno è anche il momento in cui si decide se spetta o meno il bonus Irpef, un credito per chi ha redditi pari o inferiori a 28.000 euro.