A dire la sua sulla delicata tematica è stato il medico psichiatra Carlo Rosso che insegna psicologia e psicopatie sessuali all’Università di Torino
La tragica morte di Giulia Cecchettin è solo l’ultima delle tante scaturite da delitti efferati commessi nei confronti delle donne. Purtroppo questi episodi nel corso degli anni sono diventati sempre più frequenti e hanno sempre molti aspetti in comune. Spesso partono da relazioni a dir poco complicate (per usare un eufemismo) e poi degenerano nel peggiore dei modi.
Per questo è bene fermarsi ad analizzare ciò che c’è dietro a queste situazioni o meglio quali sono i segnali da cogliere immediatamente per evitare queste tragedie. A tal proposito può essere piuttosto calzante il parere di Carlo Rosso, medico psichiatra e insegnante di Psicologia e Psicopatologie sessuali all’Università di Torino che in un’intervista rilasciata a “fanpage.it” ha fatto un po’ una sintesi di quali sono gli aspetti da non sottovalutare.
In molti hanno parlato di relazione tossica, ma secondo Rosso in questo caso non è propriamente così visto che Giulia si era già distaccata da Filippo Turetta e lo frequentava solo in amicizia. Discorso simile per quanto concerne il concetto di patriarcato che il luminare della psicologia non riesce ad attribuire a questa casistica.
L’uomo patriarca tende infatti a dominare la vita della donna non a sopprimerla. Più inerente è la gelosia visto che i soggetti che ne soffrono non riescono proprio a tollerare di essere esclusi dalla vita della “vittima” e se ciò si dovesse verificare sarebbe meglio perderla per sempre piuttosto che vederla andar via.
Dunque qualora in una storia si sfoci in un eccesso di gelosia sarebbe opportuno fare delle considerazioni ed evitare. Infatti questi individui secondo Rosso seppur non sfocino sempre nell’omicidio tendono comunque a reprimere i desideri e la libertà del partner. Un particolare che indica in maniera palese che non si vuole per nessun motivo che la propria dolce metà si apra con il resto del mondo.
Sulla questione degli “ultimi incontri” è stato piuttosto categorico suggerendo di non andare. D’altronde se si vuole chiudere un capitolo lo si deve fare per bene. Chiedere aiuto a delle figure professionali seppur ci si ritrovi ad essere la parte lesa può giocare un ruolo determinante. Si può comprendere perché si resta comunque legati ad una persona che non è in grado di tollerare la propria libertà.