Cresce il controllo fiscale nell’UE: anche i cripto-asset nel nuovo database europeo
Una nuova direttiva fa sì che i controlli su proprietà, redditi e persino sulle transazioni con criptovalute diventino ancora più rigidi.
L’Unione Europea ha compiuto un passo significativo nel suo impegno nella lotta contro l’evasione fiscale grazie all’adozione della nuova direttiva 2023/2226 sulla cooperazione amministrativa.
Questa normativa introduce un sistema avanzato di controllo fiscale, fondato su un database unico che facilita la condivisione di dati sensibili riguardanti l’attività economica dei cittadini europei.
Questo passo rappresenta un rafforzamento degli sforzi dell’UE nell’ambito dello scambio di informazioni e coinvolge settori precedentemente poco monitorati, tra cui le cripto-asset.
Esaminiamo in dettaglio le implicazioni di questa evoluzione normativa e come essa influenzerà la trasparenza fiscale.
Dal 2026 tracciate anche le transazioni con criptovalute
La Direttiva 2023/2226 rappresenta un significativo miglioramento nella condivisione di informazioni fiscali tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Questa normativa include nuove categorie di reddito e attività finanziarie, come le criptovalute e i redditi da lavoro dipendente. Il fulcro di questa trasformazione è rappresentato dal Registro unico dell’UE, che, a partire dal 2026, centralizzerà tutte le informazioni rilevanti, creando un vasto database facilmente consultabile per gli Stati membri.
Tutte le attività economiche svolte all’estero dai cittadini dell’UE saranno ora tracciate e monitorate attraverso un sistema di scambio di informazioni “ampliato”. Questo meccanismo prevede l’identificazione di ciascun cittadino o residente nell’Unione mediante un codice fiscale unico (Nif), su cui verranno registrate tutte le operazioni di rilevanza fiscale. Anche le cripto-asset, precedentemente meno monitorate, saranno ora incluse nel campo di visione fiscale dell’UE. Gli intermediari delle cripto-attività saranno obbligati a comunicare dettagli specifici riguardanti le transazioni, compresi il tipo, il valore e il numero delle operazioni.
La digitalizzazione della sicurezza fiscale
Oltre alle cripto-asset, la direttiva dell’UE prevede il monitoraggio dei redditi da lavoro, degli accordi preventivi con l’ente fiscale (ruling), dei redditi da prodotti assicurativi sulla vita, delle pensioni, delle proprietà, dei redditi immobiliari e dei canoni vari. Queste informazioni saranno conservate per almeno cinque anni e saranno accessibili solo alle autorità fiscali. La riservatezza e la conformità al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) garantiranno la tutela delle informazioni scambiate. Solo le autorità fiscali avranno accesso ai dati, che saranno trattati con le stesse garanzie previste dalla legislazione nazionale dello Stato membro che li riceve.
In conclusione, la nuova direttiva dell’UE sulla cooperazione amministrativa nel settore fiscale rappresenta un avanzamento significativo nella trasparenza e nel controllo fiscale, con l’obiettivo di combattere in modo più efficace l’evasione e l’elusione fiscali. Grazie a questo sofisticato meccanismo, l’UE dispone ora di uno strumento più potente per assicurare che ogni attività economica transnazionale non sfugga al suo controllo.