Molte delle nuove sfide che i ragazzi si lanciano sul web riguardano il cibo visto che è facilmente reperibile. Una in particolare però può essere davvero pericolosa
Una delle mode più controverse e per certi versi spaventose dei ragazzi odierni è senz’altro quella delle sfide (che vanno in scena prevalentemente sul web), meglio note con il termine inglese challenge. Provare a fare qualcosa di estremo per far vedere agli altri utenti che si è in grado di superare qualsiasi genere di avversità.
Purtroppo alcune di queste hanno portato tanti giovani alla morte. Tra le più pericolose ci sono senz’altro quelle che prevedono di buttarsi da palazzi o di fare dei tuffi in piscina da altezze sconsiderate. In Italia ha fatto sicuramente scalpore il caso capitato a Casal Palocco a Roma in cui ha perso la vita un bambino innocente di appena 5 anni.
Gravissima anche la vicenda delle due ragazzine di 12 anni che hanno ingerito la candeggina in Sicilia. Insomma una vera e propria deriva dove si sta facendo largo anche un altro fenomeno che in apparenza può sembrare più “tranquillo” ovvero quelle sfide che hanno come oggetto il cibo. In linea di massima infatti si può comprare liberamente ovunque e a prezzi accessibili.
Ovviamente anche in questa circostanza il veicolo è la rete e in particolar modo i social network. Andando ancor più a fondo quest’ultimo trend si chiama “Hot Chip Challenge” e consiste nell’ingerire alcune specifiche patatine. Vista così non ci sarebbe nulla di demoniaco, ma in realtà il prodotto da mangiare è estremamente piccante visto che al suo interno ci sono la Carolina Reaper e il Trinidad Scorpion due varietà di peperoncino ritenute tra le più piccanti al mondo.
Lo scopo della sfida il cui hashtag conta già 131 milioni di visualizzazioni è quello di mangiare queste particolari patatine e resistere il più possibile senza bere acqua. Insomma, qualcosa di veramente arduo che negli Stati Uniti (dove è stata prontamente ritirata dal mercato) ha portato alla morte di un ragazzo di 14 anni deceduto in seguito ad una crisi respiratoria.
I pacchetti sono venduti in confezioni monoporzione e non a casa hanno sono stati realizzati a forma di bara. Sul web vengono reperibili liberamente, ma dopo diversi casi di malore registrati nel Bel Paese, sono finiti sotto la lente di ingrandimento dei Nas per volere del Ministero della Salute. Almeno così si potrà contrastare questa challenge, la quale fa parte comunque di un emisfero vastissimo in cui si sono immersi tantissimi giovani, in particolar modo quelli ricompresi nella fascia d’età 11-17 anni.