I veri vantaggi del conto cointestato: come funziona e quali aspetti fanno la differenza
Il conto cointestato può sembrare una soluzione semplice per condividere le proprie entrate, ma ha alcuni aspetti da considerare: ecco quali.
“Conto cointestato” è un termine che vi sarà sicuramente capitato di sentire, magari da amici che già ne possiedono uno: vediamo di cosa si tratta e come funziona.
Va anzitutto specificato che il conto corrente cointestato è un accordo stipulato tra un istituto di credito e due o più soggetti. È importante notare che un conto corrente deve essere originariamente aperto come cointestato e non può essere convertito in tale modalità successivamente.
Questo tipo di contratto offre la possibilità ai titolari di effettuare diverse operazioni, anche in modo indipendente. Può essere inestato a più persone, che possono eseguire operazioni separatamente (firma disgiunta) o congiuntamente (firma congiunta).
Va tuttavia considerato che i cointestatari sono considerati anche condebitori e concreditori in solido del saldo. Vediamo più nello specifico che genere di operazioni è possibile effettuare.
Come funziona un conto cointestato
A valutare la soluzione di conto cointestato sono spesso le coppie, ma non solo: si tratta di una soluzione molto spesso favorita anche tra genitori e figli, poiché consente, oltre ad un risparmio sulle spese di gestione, una maggiore mobilità. Qualora, per esempio, un genitore disabile non potesse recarsi allo sportello per eseguire un’operazione, potrà procedere il figlio per lui, senza necessità di delega.
In caso di firma disgiunta ciascuna delle due parti potrà, in autonomia, effettuare pagamenti, ricevere ed effettuare bonifici, emettere assegni, gestire i titoli e prelevare con il bancomat; in caso di firma congiunta, sarà necessario anche il consenso dell’altro intestatario. Non sono previsti limiti di prelievo, se non quelli normalmente imposti dalla banca, a meno che non sia richiesto in fase di contrattazione; è inoltre consentito il trasferimento di liquidi ad un conto monointestato.
I casi specifici: pignoramento, appropriazione e morte
Passiamo ora agli aspetti più difficili: il conto cointestato è soggetto a pignoramento da parte dei creditori anche nel caso in cui sia solo uno dei due coniugi a non aver adempito ai propri obblighi. Questo procedimento si configura come un pignoramento presso terzi, essendo diretto nei confronti della banca, che detiene i fondi a nome del correntista. Tuttavia, è importante notare che in questa situazione il pignoramento può riguardare solo la quota del correntista inadempiente. Di conseguenza, a meno che le parti non abbiano stabilito diversamente, è possibile pignorare fino al 50% delle somme presenti sul conto corrente.
Qualora vi fosse un limite di prelievo stabilito, ed esso venisse superato, scatta lo scenario di appropriazione indebita e la parte lesa può sporgere querela. Tuttavia questo scenario non può essere applicato se i due cointestatari sono coniugi: il codice penale prevede che i reati contro il patrimonio commessi all’interno di un contesto familiare siano esclusi dalla persecuzione penale. Infine, in caso di decesso, e in caso di firma congiunta, l’intero conto viene bloccato fino alla conclusione della procedura di successione, dove dev’essere specificato che la liquidazione del conto passa all’altro intestatario, ritenuto ereditario del bene.