La malattia mentale in cui siamo vittime e carnefici: cos’è e come funziona l’autosabotaggio
Un costante stato d’animo negativo ti rende il più grande nemico di te stesso: come sconfiggere la tendenza a sabotarci da soli.
Le soddisfazioni della vita, a volte, si nascondono proprio dietro l’angolo: una promozione a lavoro, una dichiarazione da parte del partner o la riuscita di un piano a lungo termine possono arrivare da un momento all’altro.
Ciò che non sempre arriva assieme alle belle notizie, però, è la felicità. Se hai cliccato su questo articolo, potresti avere una certa familiarità con i sintomi dell’autosabotaggio.
Se hai mai avuto la sensazione di non meritare quanto hai ottenuto, indipendentemente dalla capacità obiettiva di riconoscere gli sforzi effettuati, è bene che tu capisca come interrompere questo pericoloso circolo vizioso mentale.
Ecco quindi alcuni consigli su come funziona l’autosabotaggio e come sconfiggerlo.
Autosabotaggio: una rapida definizione del problema
Per capire bene che cosa sia l’autosabotaggio, bisogna anzitutto comprendere che si tratta di una tendenza molto comune quanto tristemente ignorata. L’autosabotaggio comporta la distruzione consapevole, o inconscia, dei risultati ottenuti, tramite la convinzione errata di non meritare quanto abbiamo raggiunto.
Questa mentalità negativa porta inevitabilmente all’erosione della fiducia in se stessi, genera uno stato d’animo sfavorevole e un senso di frustrazione e consuma le energie. L’autosabotaggio può manifestarsi in ambiti diversi: nelle relazioni sociali, romantiche e familiari, ma anche sul lavoro o negli hobby, inglobando la propria vita a 360 gradi.
La risposta è dentro di noi
Le ragioni dell’autosabotaggio sono ovviamente molteplici. Una radice potrebbe essere la paura del fallimento, ma anche la mancanza di fiducia in se stessi, che rende difficile affrontare situazioni che richiedono sicurezza e autostima. Alcune persone usano l’autosabotaggio come strategia per poi sentirsi valorizzate attraverso la risoluzione dei problemi. Questi comportamenti abituano alla sensazione di fallimento, generano frustrazione e ansia, influenzano vari aspetti della vita e rafforzano la convinzione di avere poco valore.
Il primo passo è rendersi conto di quando si sta applicando l’autosabotaggio, analizzando i propri obiettivi e identificando le emozioni che scatenano questo processo: comprenderle permette di iniziare a gestirle in maniera costruttiva. Anche trascrivere i pensieri negativi può aiutare ad esorcizzarli, ricordando che essi non definiscono la nostra identità. Effettuato questo passaggio bisogna iniziare a costruire nuove consapevolezze e adottare comportamenti positivi. Rivolgersi con parole incoraggianti a se stessi può contribuire al cambiamento. Infine, è importante celebrare i successi, anche quelli piccoli, dopo aver superato l’autosabotaggio. Riconoscere gli sforzi compiuti è essenziale per costruire una sana autostima.