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Arriva il part time per i lavoratori vicini alla pensione e favorire la staffetta generazionale

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Tra le idee del Governo per la riforma delle pensioni 2024, c’è la proposta delle cosiddette pensioni part time. Ecco come funzionerebbe, qualora la misura dovesse essere approvata.

Da qualche giorno il web è letteralmente intasato dalla notizia che il Governo starebbe valutando, per la nuova riforma delle pensioni, il modello scandinavo delle pensioni part time.

Al momento si tratta solo di ipotesi, ma il Governo, sebbene ci siano enormi difficoltà nel varare nuove misure pensionistiche, pare intenzionato a portare sul tavolo delle decisioni questo meccanismo che ha suscitato l’interesse di tutti i lavoratori prossimi alla pensione e non solo.

Del resto, non si può negare che la misura preveda possibilità piuttosto interessanti da poter sfruttare per chi è prossimo alla pensione e per favorire il ricambio generazionale nell’ambito lavorativo. Ecco come funzionerebbe, qualora dovesse essere approvata nella prossima Legge di Bilancio.

Pensione Part time: come potrebbe funzionare

Come abbiamo anticipato, l’ipotesi del Governo è ispirato al modello già adottato in diversi Paesi del Nord Europa. In particolare, in Svezia consente ai lavoratori con 61 anni di età di scegliere se passare ad una sorta di pensione a metà con il lavoro. In questo caso, il lavoratore negli ultimi 4 anni di attività percepirà metà della pensione spettante, e metà retribuzione per le ore effettivamente svolte. Da qui il nome pensioni part time. Allo stesso tempo, l’azienda può procedere al ricambio generazionale, considerata la riduzione di ore di lavoro per chi è prossimo alla pensione.

In altre parole, il Governo adottando il modello scandinavo intende alleggerire il carico di lavoro per chi è prossimo alla pensione e allo stesso tempo favorire la staffetta generazionale nell’ambito del lavoro. Nel nostro Paese, però, potrebbe essere riconosciuta dai 64 anni di età e per un periodo non superiore a 3 o 4 anni. Poi, una volta raggiunta l’età pensionabile, il lavoratore avrà diritto alla pensione “piena”. Per favorire il ricambio generazionale, potrebbero essere riconosciute delle agevolazioni per l’assunzione di under 35.

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Si tratta di una soluzione, dunque, che prevede due step fondamentali: il futuro pensionato, negli ultimi anni di attività, inizia a lavorare meno ore e si dedicherà a trasferire le proprie competenze alle new entry. E percepirà metà pensione e metà retribuzione. All’addio definitivo al mondo del lavoro, coinciderà il riconoscimento della pensione “piena”. Come abbiamo già detto, al momento sono solo ipotesi e solo con l’ok alla prossima Manovra finanziaria, previsto entro il 31 dicembre 2023, si avrà la certezza sull’attivazione della misura.