Reddito di Cittadinanza: gli ex percettori snobbano i nuovi corsi di formazione
Le adesioni alla nuova misura di sostegno che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza sono decisamente poche rispetto ai soggetti occupabili. Ecco la situazione nel dettaglio
Il graduale addio al Reddito di Cittadinanza ha di fatto cambiato radicalmente il panorama dei sostegni in favore delle persone che non hanno un impiego e versano in condizioni di difficoltà. Il nuovo strumento che prevede l’iscrizione alla piattaforma ministeriale e il diritto ad un supporto di 350 euro mensili a patto che ci si impegni a trovare un’occupazione, non sta affatto decollando.
La denominazione esatta è “Supporto per la formazione e il lavoro” e al momento le domande pervenute sono poco più di 50mila a fronte di circa 190mila occupabili. Un rapporto davvero basso che la dice lunga su come il cambiamento non sia stato affatto digerito bene da molti ex percettori del RDC.
La vita dopo il Reddito di Cittadinanza: il nuovo piano stenta a decollare
I requisiti per rientrare nel nuovo Reddito di Cittadinanza d’altronde sono molto più stringenti ragion per cui circa 200mila sono state già tagliate fuori in attesa che se ne aggiungano altre da qui a fine anno. Chi a luglio, chi ad agosto e chi a settembre poco alla volta tutti coloro che non hanno più i requisiti hanno ricevuto la comunicazione in modo tale da poter capire cosa fare in futuro e adeguarsi alle nuove offerte di lavoro e ai corsi di formazione del nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativo (Siisl) del ministero del Lavoro.
In alcune località sono andate in scena manifestazioni di protesta con striscioni a cori a rivendicare il diritto al lavoro. Eppure grazie a questa nuova introduzione le opportunità non mancano e nel mentre si può comunque contare su 350 euro al mese. A quanto pare non basta visto che solo un ex percettore su quattro si è attivato in tal senso.
I sindacati hanno giustificato il trend additando le responsabilità alla procedura troppo complicata sul sito del ministero. Per questo molti non sarebbero in grado di completarla in autonomia. Altri invece stanno cercando di rientrare nell’Assegno di Inclusione, altra misura varata dal Governo.
Altri ancora approfittando dell’estate si sono “arrangiati” con dei lavoretti stagionali per poi ridefinire la situazione con l’arrivo dell’autunno. Fino a qui tutto regolare. Secondo l’Inps però circa il 20% (circa 100mila persone) non ha interesse verso nessuna delle novità di questa fase in quanto durante il periodo in cui percepivano il Reddito di Cittadinanza svolgevano un altro lavoro, ma in nero. Una triste considerazione che la dice lunga su come lo strumento così come era concepito in precedenza presentava diverse lacune.