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Tachicardia: quali sono i sintomi da riconoscere e quando la situazione può diventare preoccupante

Cuore
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In diversi casi può essere semplicemente provocata da eccessivi sforzi fisici o stress e ansia. Ci sono però dei frangenti in cui si presenta come un vero e proprio campanello d’allarme

La tachicardia è un segnale che emana il nostro corpo in alcuni frangenti particolari. Notoriamente quando è di natura innocua avviene in momenti di particolare emozione come un colloquio di lavoro, il primo appuntamento con una ragazza o mentre si guarda la partita della propria squadra del cuore.

In alcuni casi però può essere l’indice di problemi ben più seri. Può ad esempio indicare la presenza di aritmie o di condizioni che espongono a particolari rischi per la salute. Non resta che andare a vedere queste situazioni con cui c’è veramente poco da scherzare.

Tachicardia: ecco quando bisogna stare attenti e non sottovalutare la situazione

Prima di addentraci nel campo è bene ripassare il concetto di tachicardia, che non è altro che una frequenza del battito cardiaco superiore a 100 battiti al minuto. In una persona adulta che non ha nessun tipo di problema cardiaco la frequenza solitamente si assesta tra i 60 i 100 battiti.

La tachicardia può essere fisiologica se è legata ad uno sforzo fisico o una pasto abbondante. Tutto nella norma anche se questa sopraggiunge per via di uno stato d’ansia o paura, bensì in questo caso è indotto dall’emotività e non da questioni di natura fisica. In tutti questi frangenti il cuore batte sì più veloce, ma ad intervalli regolari.

Possono incidere sul battito cardiaco anche l’alcol, la nicotina e la caffeina in eccesso, così come gli stati febbrili. Passando alle condizioni patologiche la tachicardia può essere indotta anche da ipertiroidismo, cardiopatie, farmaci e dall’abuso di sostanze stupefacenti.

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Le tachicardie diventano preoccupanti laddove sopraggiunga un’aritmia che si verifica per un’anomalia degli impulsi elettrici del cuore. I sintomi più classici sono il respiro corto, le palpitazioni e la sensazione di svenimento. Se non trattate a dovere possono degenerare e portare a condizioni patologiche gravi come insufficienza cardiaca, ictus, infarto e arresto cardiaco.

Tra le aritmie più comune dopo i 60 anni c’è la fibrillazione atriale ed è spesso associata a malattie cardiovascolari e polmonari. Più complicata la tachicardia ventricolare che porta il cuore a battere velocemente e può sfociare nella morte improvvisa. Solitamente è associata alla cardiopatie e può svilupparsi durante e dopo molto tempo da un infarto del miocardio. Per fugare ogni dubbio è meglio sottoporsi ad un elettrocardiogramma da uno specialista cardiologo.