Avvelenamento da paracetamolo, quando assumere Tachipirina diventa un rischio per la salute | I sintomi da non sottovalutare
In tantissimi al primo accenno di febbre ricorrono alla tachipirina per alleviare i sintomi e abbassare la temperatura.
Eppure, non tutti sanno che il paracetamolo, principio attivo della tachipirina, può mettere in pericolo la salute.
Chiunque, per abbassare la febbre o per attenuarne i sintomi, ha assunto almeno una volta nella vita delle medicine. Tra queste, il paracetamolo è, senza dubbio, quello più utilizzato, non solo perché è il più facile da reperire, ma soprattutto perché è considerato come sicuro, tant’è che può essere somministrato anche ai bambini e alle donne incinte.
Senza creare inutili allarmismi, diciamo subito che un corretto utilizzo del paracetamolo, quindi rispettandone i dosaggi, non comporta particolari pericoli per la salute. I rischi aumentano, però, in caso di mancato rispetto delle dosi raccomandate. Il sovradosaggio da paracetamolo è un evento, spesso accidentale, ma secondo i dati diffusi dal Centro Antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano, piuttosto frequente, che può causare danni più o meno gravi al nostro organismo, in particolare al fegato.
Il principale rischio legato al sovradosaggio da paracetamolo, è l’epatotossicità in presenza di patologie del fegato o dei reni e se il paziente ha problemi di alcolismo. Ma, assumere paracetamolo oltre le dosi raccomandate, mette a rischio anche la salute di persone non affette da patologie pregresse. Secondo uno studio condotto dall’Australian Institute of Health and Welfare, il paracetamolo in dosi superiori ai 4 grammi al giorno, può causare gravi danni al fegato. Inoltre, l’uso prolungato del paracetamolo esporrebbe ad un rischio maggiore di sviluppare problemi cardiaci, gastrointestinali e renali. Fortunatamente, ci sono degli inequivocabili campanelli d’allarme in merito all’avvelenamento da paracetamolo. Ecco quali sono i sintomi da non sottovalutare.
Avvelenamento da paracetamolo: i rischi da non sottovalutare
“Con il corretto consumo, il paracetamolo è una medicina sicura ed efficace, ma il sovradosaggio è la prima causa di trapianto di fegato indotta da farmaci” ha spiegato l’ANSM. Insomma, il pericolo di avvelenamento da paracetamolo non va sottovalutato ed è importante saperne riconoscere tempestivamente i sintomi.
Normalmente, i primi segnali compaiono entro 24 ore dall’assunzione di più di 4 grammi. I campanelli d’allarme più comuni sono nausea e vomito – a volte accompagnati da sudorazione e letargia.
Talvolta, possono comparire anche dolori sul lato destro della pancia, che denota una sofferenza al fegato che, nei casi più gravi, può essere distrutto in soli pochi giorni (3 o 4) con gravissime conseguenze come: insufficienza epatica, sanguinamento, edema cerebrale e infiammazione del cervello.