Whatsapp, la polizia può leggere i nostri messaggi? La risposta vi sorprenderà
L’interrogativo riguardante la possibilità che la polizia possa intercettare i messaggi di Whatsapp ha sempre lasciato enormi dubbi. Andiamo a vedere cosa c’è di vero in tutto ciò
Quante volte ci siamo chiesti “ma la polizia può intercettare i messaggi su Whatsapp?”. Un quesito che non ha mai trovato una risposta definitiva e che sarebbe opportuno sdoganare una volta per tutte. Chiaramente la possibilità che le proprie conversazioni possano essere viste da altri un po’ ci spaventa, ma se non si ha nulla da nascondere non c’è poi da allarmarsi più di tanto.
Da un punto di vista funzionale infatti la risposta è si, quindi è meglio evitare di rifugiarsi nella crittografia end-to-end per diffondere contenuti illegali pensando che possa essere un rifugio dalla polizia. Ecco a tal proposito una logica spiegazione.
Messaggi Whatsapp intercettati: tutto quello che bisogna sapere
Il primo assunto da cui partire è che i dati possono essere utilizzati solo quando si viene sottoposti ad indagine. Successivamente è bene considerare che la crittografia end-to-end è un’eccellente garanzia contro hacker improvvisati e tutela la privacy delle persone rispetto ai gestori di Meta.
Questi ultimi non possono sapere cosa si sta divulgando, ma possono venire a conoscenza di altre informazioni come il momento in cui si utilizza Whatsapp, l’indirizzo IP dal quale lo si usa e anche con chi si chatta e per quanto tempo. Tornando al punto cruciale della questione, bisogna partire dal presupposto che solo i sospettati possono essere intercettati.
Quindi qualora scatti un’indagine si può subire il sequestro del cellulare per poter raccogliere delle prove. E poco importa se si cancella tutto preventivamente. Grazie a sistemi come UFED Cellebrite o similari consentono l’estrazione forense. In pratica con l’aiuto di tecnici specializzati si può chiedere che sia creata una copia identica dell’intero contenuto del cellulare da cui poter reperire ogni dato anche rimosso recentemente, comprese foto, video e documenti scambiati tramite Whatsapp.
In Europa è inoltre in corso il dibattito sulla direttiva ChatControl che qualora diventasse concretamente applicabile imporrebbe ai gestori di dover impostare degli algoritmi che siano in grado di lanciare degli allarmi qualora nei contenuti crittografati passasse del materiale pedopornografico. Così si potrebbe garantire alle autorità di poter intervenire a botta sicura contro uno dei crimini più spaventosi della rete. Al momento comunque esiste comunque un raggio d’azione piuttosto ampio, ragion per cui è bene evitare di avvalersi di Whatsapp se si nutrono delle intenzioni losche.