Vuoi ottenere davvero la chiave della felicità? Una favola orientale ti dice come fare
Un racconto proveniente dall’oriente rivela diversi aspetti inerenti la felicità e il suo raggiungimento. Analizziamo i particolari più interessanti per capire come raggiungere questa condizione
Le teorie sulla felicità sono varie e tutte ricche di grande fascino. La verità però è che questo concetto rimarrà sempre piuttosto soggettivo visto che ogni individuo è felice in una maniera tutta sua. Ciò non significa che vanno ignorati i vari racconti e le varie leggende che gravitano attorno a questo concetto.
Uno molto curioso ad esempio proviene dal mondo orientale e affonda le sue radici addirittura nella creazione dell’universo. Una favola affascinante che rende l’idea di come la felicità sia da sempre uno degli obiettivi dell’uomo. Andiamo quindi a scoprire questo interessante aneddoto.
La chiave della felicità: il segreto per poterla conquistare
Secondo la narrazione all’inizio di tutti i tempi gli dei si radunarono e tra una chiacchiera e l’altra crearono l’universo. Ognuno creò qualcosa. Gli dei della luce cominciarono a creare le stelle e tutto ciò che c’è di splendente nell’universo. Gli dei degli abissi però non volevano sfigurare e per questo diedero vita ai pianeti e agli oceani.
Altri ancora si occuparono di creare le forme di vita come le zanzare, i cani e i gatti. Uno degli dei però non era soddisfatto visto che nessuno di questi esseri poteva ragionare o parlare e per questo pensò ad una sorta di essere perfetto a cui avrebbe donato l’intelligenza per pensare e un cuore per sentire i sentimenti.
A suo avviso era inutile mettere in piedi un universo così bello senza che ci fosse qualcuno capace di ammirarlo e di coglierne il significato. E fu così che nacque l’uomo e con lui la felicità (frutto dell’inventiva di un altro dio). Si trattava di una sorta di dono utile a placare le normalissime inquietudini che lo affliggevano. Ma qualcosa non andò come preventivato.
L’uomo si sdraiò su un prato e si mise a contemplare le stelle. Passavano gli anni e non si muoveva da lì. Era così felice che non aveva praticamente bisogno di fare nulla. Il suo cuore aveva già raggiunto la pace e la serenità. A quel punto la divinità che aveva creato l’uomo pensò che fosse stato fatto un errore.
Dare la felicità così senza compromessi aveva reso l’essere umano un soggetto passivo incapace di sfruttare il suo bagaglio intellettivo e di sensibilità. Per questo deciso di riporre la felicità dentro una scrigno e di nascondere la chiave. L’idea piacque tanto agli dei, ma a quel punto sorgeva un altro interrogativo. Dove mettere la chiave? E dopo accurate riflessioni si decise di mettere sia lo scrigno che la chiave dentro l’uomo che per trovarle avrebbe dovuto prima imparare a conoscersi. Fu scelta la mente in modo tale che per poter risolvere l’enigma avrebbe dovuto adoperare la sua intelligenza.