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Quoziente familiare, garantisce davvero un risparmio sulle tasse? Ecco come funzionerà il nuovo indicatore che potrebbe sostituire l’ISEE

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Il quoziente familiare è il nuovo indicatore che nei prossimi anni potrebbe sostituire l’ISEE come valore di riferimento per l’accesso a bonus ed incentivi. Vediamo come funziona e se garantisce davvero un risparmio sulle tasse.

Il quoziente familiare è il nuovo indicatore, preannunciato dal Governo, a cui si potrebbe presto far riferimento per l’accesso dei cittadini a bonus ed incentivi. Il valore si ottiene dalla divisione del reddito complessivo della famiglia per il numero dei componenti. In altre parole, differentemente dal calcolo ISEE, il quoziente familiare tiene conto esclusivamente dei redditi di ogni nucleo familiare e non anche della composizione del suo patrimonio mobiliare (conti correnti, investimenti finanziari, titoli, obbligazioni, ecc.) ed immobiliare (terreni e fabbricati).

Insomma, la pressione fiscale diminuisce al crescere della dimensione della famiglia. Pertanto, il quoziente familiare potrebbe essere piuttosto vantaggioso per le famiglie con più figli, che a questo punto pagherebbero meno tasse.

Seguendo la scia della Francia, della Germania e della Svezia, dove questo metodo di calcolo di tasse ed imposte è già adottato da tempo, a partire dal 2009 più volte si è ipotizzata l’introduzione del quoziente familiare anche in Italia e pare che a piccoli passi ci si avvicini alla concretezza. Di seguito, vediamo nel dettaglio come funziona.

Quoziente familiare: come funziona

Come abbiamo anticipato, il quoziente familiare potrebbe presto sostituire il modello ISEE. Nello specifico, consiste in un indicatore economico che va a differenziare la tassazione dei redditi in base alla composizione del nucleo familiare. Il calcolo è semplice: il reddito complessivo viene diviso per un quoziente, calcolato a sua volta sulla base di un coefficiente assegnato ad ogni componente della famiglia.

Stando ad una prima bozza dell’articolo 7 del Decreto Legge Aiuti quater, l’attribuzione dei coefficienti potrebbe essere la seguente: 1 per single e vedove o vedovi con un figlio a carico; 0,5 per genitori single con un figlio a carico; 2 per coppie; 0,5 per il primo ed il secondo figlio; 1 per ogni figlio dal terzo (con possibile maggiorazione in caso di figli disabili e / o successivi al terzo figlio).

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Facendo un esempio pratico, ad una famiglia composta da due genitori e due figli verrebbe applicato un coefficiente 3. Nel caso di un reddito complessivo di 30 mila euro, questo verrebbe diviso per tre. Lo stesso reddito verrebbe diviso per 4, nel caso di famiglia composta da due genitori e tre figli. In buona sostanza, la tassazione diminuisce all’aumentare del numero dei componenti del nucleo familiare, anche a parità di reddito, creando in teoria un’imposizione fiscale più equa.