Vuoi lavorare dopo la pensione? Attenzione, ti si può ritorcere contro
Si può tornare a lavoro dopo essere andati pensione, ma a quali condizioni?
Smettere di lavorare è spesso il leit motiv che guida tutti i dipendenti pubblici e privati. Spesso si è stressati, sovraccarichi di lavoro e il nostro unico desiderio è quello di poter staccare la spina e potersi finalmente dedicare a una vita tranquilla fatta di relax e divertimento.
Chiaramente la pensione è uno degli obiettivi più gettonati in tal senso. Raggiungere l’età pensionabile vuol dire poter smettere di preoccuparsi della propria professione e percepire un indennizzo mensile senza dover lavorare.
Sono in molti però a puntare a un ulteriore impiego dopo la pensione. Sovente si tratta di lavoretti, di piccole mansioni giusto per passare il tempo e tenersi occupati o comunque per arrotondare in caso di necessità economica. In ogni caso esercitare un qualche tipo di mestiere non è consentito a prescindere, ma bisogna rispettare determinati requisiti.
I casi in cui la normativa lo vieta tassativamente
Difatti non è assolutamente ovvio poter lavorare nuovamente dopo essere stati classificati come pensionati. I casi in cui non vi sono alcune restrizioni all’attività lavorativa post pensione sono sostanzialmente due:
- il caso di chi va in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi versati;
- il caso di chi va in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi.
In queste casistiche non c’è alcuna norma che vieti di accumulare ulteriore reddito dopo la pensione, purché però al momento dell’assegnazione pensionistica non vi siano rapporti lavorativi in corso e purché, inoltre, il lavoro sia partito dopo aver percepito almeno il primo mese di indennizzo di pensione.
Chi invece è rientrato nei requisiti pensionistici nonostante non avesse raggiunto i 67 anni di età, ma grazie ad alcune agevolazioni introdotte negli ultimi anni, quali Quota 100 e Quota 103, il problema si pone.
In tali casi la legge afferma che si potrà percepire un reddito da dipendente solo quando la persona in questione abbia raggiunto i requisiti standard per la pensione, dunque i 67 anni d’età. Prevede oltretutto che non si possano cumulare più di 5.000 euro annui da reddito di collaborazione occasionale.
Cosa può succedere in caso si lavori ugualmente?
Nel caso in cui si lavori ugualmente nonostante non si rientri nella predetta categoria, le conseguenze possono essere davvero gravi. In effetti sono previste una serie di sanzioni per chi trasgredisce, anche piuttosto salate.
A sperimentarlo a proprie spese è stato un pensionato di Pordenone che, per aver percepito una cifra davvero irrisoria, si è ritrovato a dover pagare oltre 15mila euro di multa.