Stando ai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1975 nel mondo, il tasso delle persone obese è praticamente triplicato “più di un miliardo di persone al mondo sono obese”. Un fenomeno preoccupante che colpisce persone di tutte le età ed in ogni parte del mondo.
Il tema dell’obesità è certamente molto sentito e a far clamore negli ultimi tempi c’è la sfida tra chirurgia bariatrica e i nuovi farmaci anti – obesità. Di questo ed altri interessanti argomenti si discuterà anche al prossimo Congresso Mondiale dell’International Federation for the Surgey of Obesity and Metabolic Disorders (IFSO) che, in occasione della XXVI edizione, tornerà in Italia.
Il summit, che si terrà a Napoli dal 30 agosto al 1 settembre, conta oltre 2 mila iscritti, provenienti da 93 Paesi e rappresenta una importante occasione per fare il punto sulla situazione in merito all’importanza della chirurgia bariatrica in caso di grave obesità, rispetto ai nuovi farmaci anti – obesità.
Proprio come ha evidenziato Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia Generale del Dimagrimento di Sanità Pubblica all’Università Federico II di Napoli e presidente del congresso mondiale IFSO: “Questi nuovi farmaci, per quanto straordinariamente efficaci, non sono un’alternativa alla chirurgia per il trattamento dell’obesità, specialmente quella grave, ma sono un prezioso strumento che si integra nel percorso terapeutico del paziente per cui è indicata un’importante perdita di peso. Dunque la chirurgia bariatrica continua a rappresentare un’arma fondamentale per le persone obese, sia per eliminare l’eccesso di tessuto adiposo che per prevenire o curare le patologie associate all’obesità”.
Insomma, per Angrisani sebbene i nuovi farmaci anti – obesità rappresentino un’efficace soluzione nella lotta contro l’obesità, non possono e non devono sostituire la chirurgia bariatrica, in special modo in caso di persone gravemente obese.
Secondo il professore Angrisani, la chirurgia bariatrica, attraverso una serie di procedure, può garantire un calo ponderale fino al 70 per cento, un risultato non solo migliore ma anche più duraturo rispetto a quello che si può ottenere dalla somministrazione dei farmaci anti – obesità. Ciò nonostante, proprio come sottolinea il Professore della Federico II di Napoli, nel nostro Paese si ricorre ancora troppo poco al bisturi: “In Italia, ad esempio, si eseguono all’incirca 30 mila interventi l’anno, vale a dire che molto meno di 1 paziente obeso su 1000 accede a una di queste procedure chirurgiche da cui potrebbe ricevere grande beneficio”.
Ad ogni modo, questo non significa che i farmaci anti – obesità sia inutili, anzi proprio come ha precisato il chirurgo: “Chirurgia e farmaci sono entrambi valide soluzioni all’obesità che, in molti casi, possono (e devono!) integrarsi in un più ampio percorso di cura del paziente”.