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Cartelle tasse e multe via PEC: le puoi impugnare, ti spieghiamo perché

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La PEC è ormai utilizzata dalla maggior parte delle persone ma in particolare dalle aziende e dai professionisti, cos’è l’impugnazione.

La notifica a mezzo posta elettronica certificata (PEC) rappresenta un importante strumento di comunicazione telematica utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per garantire un’efficace e rapida trasmissione dei documenti. Nell’ambito delle procedure di recupero coattivo dei crediti pubblici, la PEC viene spesso utilizzata per notificare le cartelle di pagamento che si possono contestare, ecco come.

Cosa succede quando si riceve una cartella di pagamento via PEC e si intende contestarne il contenuto

Prima di tutto, è importante fare una premessa sul concetto di notifica e sul suo perfezionamento. In generale, una notifica si perfeziona quando il destinatario ne prende effettiva conoscenza. Nel caso della PEC, la notifica si ritiene effettuata quando il messaggio raggiunge la casella di posta elettronica del destinatario e viene accettato dal suo gestore di Posta Elettronica Certificata.

La cartella di pagamento è uno degli strumenti utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per richiedere il pagamento di somme dovute a titolo di tributi o sanzioni. La sua notifica costituisce un atto importante, in quanto, a seguito di essa, decorrono i termini per l’eventuale impugnazione. Pertanto, è fondamentale conoscere le modalità di notifica previste per la cartella di pagamento via PEC.

La notifica di una cartella di pagamento tramite PEC deve avvenire attraverso l’invio di un documento informatico, che deve essere sottoscritto digitalmente dall’ente impositore. La firma digitale è un importante strumento per garantire l’autenticità del documento e la sua integrità nel corso della trasmissione telematica. Essa permette di identificare in maniera univoca l’autore del documento e di verificare l’integrità del contenuto, evitando così eventuali frodi o manipolazioni.

Ma cosa fare se si riceve una cartella di pagamento via PEC e si intende impugnarla? In tal caso, è necessario rispettare alcuni precisi adempimenti procedimentali, previsti dal Codice di Procedura Civile. L’impugnazione della cartella di pagamento può avvenire mediante la proposizione di un ricorso al giudice di pace o al tribunale, a seconda dell’importo della cartella stessa.

Il ricorso deve contenere l’indicazione dei dati di identificazione del contribuente, nonché la precisazione dei motivi di impugnazione. Inoltre, deve essere presentato entro un termine di 60 giorni dalla notifica della cartella, a pena di decadenza. È importante notare che, ai fini dell’impugnazione, non è necessario allegare al ricorso l’originale cartella di pagamento, ma è sufficiente farne una semplice menzione nel testo.

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In conclusione, l’impugnazione della cartella di pagamento notificata tramite PEC richiede la conoscenza di alcune specifiche modalità e adempimenti procedimentali. La firma digitale e l’utilizzo della PEC rappresentano importanti strumenti per garantire la corretta e tempestiva trasmissione dei documenti, ma è fondamentale rispettare i termini e le modalità di impugnazione previste dalla legge.