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Contributi INPS non versati dal datore di lavoro, niente panico: ecco come rimediare

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Hai scoperto che il tuo datore di lavoro non ha versato correttamente i contributi INPS per l’accesso al trattamento pensionistico e non sai come rimediare? Vediamo se è possibile recuperarli e come.

I contributi sono somme che vengono versate periodicamente, al fine di garantire una assicurazione in caso di malattia, maternità, oppure per accedere alla pensione. Dunque, in mancanza del versamento dei contributi, non vengono riconosciute una serie di prestazioni indispensabili.

In Italia, il versamento dei contributi ai fini pensionistici e assicurativi è un obbligo di legge e l’onere nasce dall’esatto momento in cui inizia una qualsiasi attività lavorativa.

Tuttavia, può capitare di trovarsi nella malaugurata situazione in cui il proprio datore di lavoro non abbia pagato il dovuto, pertanto, ci sia una mancanza nei propri contributi INPS. Complice anche la recente crisi economica, sono diverse migliaia i malcapitati lavoratori coinvolti in questo brutto pasticcio. Per questo motivo, può essere utile capire come procedere nel caso il proprio datore di lavoro non abbia provveduto a versare i contributi INPS.

Come rimediare al mancato versamento dei contributi INPS

Prima di capire come rimediare al mancato versamento dei contributi INPS da parte del proprio datore di lavoro, è meglio verificare la propria posizione contributiva. Per accertarsi che i propri contributi siano stati versati dal datore di lavoro, basta recarsi fisicamente in una sede INPS nelle vicinanze, oppure, collegarsi sul portale dell’INPS accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS e selezionare la voce “Estratto conto contributivo”, ovvero, il documento riepilogativo di tutti gli anni contributivi accreditati.

Una volta accertata la mancanza, il lavoratore potrà chiedere il versamento dei contributi al proprio datore di lavoro. Nel caso in cui, quest’ultimo continui ad essere mancante è possibile recuperare questi contributi rivolgendosi direttamente all’INPS denunciando l’accaduto. L’ente potrà provvedere al recupero di questi importi entro 10 anni dalla data effettiva presupposta per il versamento. Qualora, però, i contributi non versati si riferiscano ad un periodo superiore a 5 anni, l’INPS non potrà agire nei confronti del datore di lavoro per il quale decade l’obbligo per il datore di lavoro di versare i contributi.

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Fortunatamente, al lavoratore viene concessa la possibilità di riscattare i propri contributi mediante la “costituzione di rendita vitalizia”. Per presentare la domanda di rendita vitalizia non è previsto alcun termine di prescrizione. Dunque, la richiesta può essere inoltrata dal lavoratore in qualsiasi momento presentando la documentazione richiesta che attesti: l’esistenza del rapporto di lavoro, la sua durata e l’ammontare della retribuzione corrisposta.