Lavorare in Comune senza concorso: quando è possibile avere la strada spianata verso il “posto fisso”
Solitamente per lavorare presso gli uffici comunali bisogna superare delle prove di selezione, ma in alcuni casi non sono previste. Ecco quando si può entrare a lavorare in Comune senza concorsi
I giovani che si affacciano al mondo del lavoro oggigiorno guardano sempre con un certe interesse le opportunità per diventare dipendenti pubblici. Avere le garanzie di un contratto con lo Stato non ha paragoni e in più entrare nelle pubbliche amministrazioni significa giungere al tanto sospirato posto fisso.
In linea di massima chi ha la fortuna di fare questo genere di lavori deve aver superato delle selezioni o meglio dei concorsi. Esistono però delle eccezioni, in cui è possibile entrare nella pubblica amministrazione senza partecipare alla selezione prevista dal bando. Ma quando è possibile ciò? Scopriamolo insieme.
Quando si può lavorare in Comune senza passare dai concorsi pubblici
Prima di capire le condizioni che consentono di lavorare al Comune senza concorso è importante comprendere come vengono stabilite le nuove assunzioni nei Comuni. In linea di massima ogni Ente locale adotta il proprio piano di assunzioni in cui indica il personale necessario per svolgere le varie attività previste.
Questo piano deve essere conforme alla pianificazione pluriennale delle attività e deve essere in linea con gli obiettivi di organizzazione, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini. L’approvazione di questo piano determina inoltre delle eccezioni in merito alle assunzioni con alcune eccezioni riservate alle categorie protette.
Di fatto la possibilità di evitare i concorsi sono destinati alle persone che rientrano in queste casistiche e tra queste sono incluse: gli invalidi civili, i testimoni di giustizia e i coniugi superstiti di vittime sul lavoro. Le quote di lavoratori di queste categorie variano a seconda del numero totale di dipendenti.
Ad esempio se il Comune ha più di 50 dipendenti, dovrebbe assicurarsi che almeno il 7% del personale rientri nelle suddette categorie protette. Se invece i dipendenti sono compresi tra 36 e 50 ci dovrebbero essere almeno 2 lavoratori appartenenti a queste categorie. Basta invece una sola assunzione se il numero è tra 15 e 35 dipendenti.
Chiaramente va verificata la compatibilità dell’invalidità con le mansioni previste dal lavoro altrimenti si rischia di mettere in difficoltà la persona prescelta. Ad ogni modo queste sono regole tassative da rispettare, mentre per tutti gli altri è praticamente obbligatorio passare di concorsi per cui la concorrenza sta diventando sempre più agguerrita. D’altronde in una società in cui le certezze sono sempre di meno, garantirsi un lavoro più che tutelato è il minimo che si possa chiedere.