Con l’arrivo dell’estate si sente spesso parlare di lavoro stagionale, ma esattamente come funziona questa tipologia di contratto? Scopriamolo di seguito.
Durante l’estate si sente spesso parlare di lavoro stagionale. Del resto, è proprio in questo preciso periodo dell’anno che, soprattutto il settore del turismo ha necessità di incrementare il proprio organico, al fine di gestire al meglio l’aumento delle richieste da parte dei villeggianti.
Bagnini, camerieri, cuochi sono diverse le figure professionali ricercate in questi 3 – 4 mesi dell’anno. Per questo si parla di contratti di lavoro stagionali, ovvero, formule contrattuali riservate ad occupazioni che si sviluppano in determinati periodi dell’anno (prevalentemente durante le vacanze estive o quelle invernali) per soddisfare l’esigenza di personale da parte delle imprese a fronte di un picco di richieste.
Ma cos’è esattamente il lavoro stagionale? Come funziona questa tipologia di contratto? E quali sono i lavori ed i settori maggiormente interessati dalla stagionalità? Facciamo un po’di chiarezza.
Quando si svolge un’attività lavorativa in un determinato periodo dell’anno e manca il carattere della continuità, si può parlare di lavoro stagionale. Questo tipo di attività rientra nel lavoro a tempo determinato, regolato dal DL 368/2001, dal quale però differisce per limiti quantitativi e di durata massima. Infatti, un lavoro stagionale viene, normalmente, svolto per brevi o medi lassi di tempo ed è caratterizzato dalla periodicità. Inoltre, secondo la legge, tutti i limiti previsti per l’assunzione a tempo determinato non sono applicabili in caso di lavoratori impiegati in attività stagionali. Pertanto, a differenza del contratto a tempo determinato, in un contratto di lavoro stagionale:
• non deve mai essere indicata la causale;
• il rapporto di lavoro non ha un tetto massimo, dunque, può durare più di 24 mesi:
• non è necessario rispettare il periodo di interruzione, il cosiddetto stop & go tra la fine di un contratto a termine e la sottoscrizione di un altro contratto a termine.
Il settore maggiormente interessato dalla stagionalità è, chiaramente, quello turistico, ma anche quello agricolo e alimentare. Dunque, gli sbocchi lavorativi sono davvero numerosi. Un lavoratore stagionale può prestare servizio nel settore del turismo, nella ristorazione, nell’industria ortofrutticola e alimentare. Molta richiesta arriva anche dall’industria dell’intrattenimento e dello spettacolo, nelle fiere e nelle manifestazioni culturali e così via.
Insomma, chi è alla ricerca di un occupazione, potrebbe sfruttare l’occasione del lavoro stagionale per accrescere il proprio bagaglio di esperienze, certamente, con una disciplina differente rispetto ai classici contratti di lavoro a tempo determinato, ma non per questo meno tutelati dalla legge.