Sei stato licenziato e vorresti l’assegno di disoccupazione? Ti spieghiamo chi può riceverlo e cos’è il ticket di licenziamento
Licenziamento e accesso alla Naspi: i requisiti per ottenere l’assegno
Quando un rapporto di lavoro termina con le dimissioni volontarie del dipendente che va via, non si ha chiaramente diritto a nessun tipo di indennità. Si percepirà unicamente la liquidazione del proprio Tfr, ovvero il Trattamento di fine rapporto.
Nel caso di un licenziamento invece, è possibile accedere a una forma di tutela che viene chiamata Naspi o disoccupazione. La si percepisce sotto forma di un assegno mensile che viene erogato dall’Inps ai lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro.
L’accesso alla Naspi è correlato al versamento di un contributo all’Inps, il cosiddetto ticket di licenziamento. Ma come funziona?
Che cos’è il ticket di licenziamento?
In caso i dipendenti che hanno perso il lavoro abbiano i requisiti di accesso alla Naspi, il ticket di licenziamento va pagato. A versarlo è il datore di lavoro, ma, sia chiaro, esso non serve a dare un bonus all’ex dipendente, quanto piuttosto a dissuadere le aziende dal licenziare ingiustamente le proprie risorse umane.
I requisiti necessari al dipendente per ottenere la Naspi sono:
- essere in stato di disoccupazione dichiarato al proprio centro per l’impiego di riferimento:
- l’aver versato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni;
- aver accumulato almeno 300 giorni di lavoro nei 12 mesi prima della perdita del proprio lavoro.
In ogni caso il ticket di licenziamento va pagato anche se dovesse capitare che il dipendente non faccia richiesta di assegno Naspi e che abbia addirittura trovato un nuovo lavoro nel frattempo.
Il ticket invece non è dovuto in alcuni specifici casi:
- dimissioni volontarie;
- collaboratori domestici;
- operai agricoli;
- operai stagionali extracomunitari;
- scadenza naturale di un contratto a termine;
- morte del dipendente;
- fine del cantiere, se si tratta del settore dell’edilizia.
Il costo del ticket di licenziamento
L’importo del ticket che l’azienda paga all’Inps corrisponde al 41% della Naspi spettante al dipendente licenziato.
Il pagamento di questo ticket può essere effettuato con la compilazione di un f24, da pagare entro il 16 del mese successivo all’interruzione di lavoro, proprio come tutti i contributi fiscali.
Un’ulteriore considerazione da fare è quella dei licenziamenti collettivi: in questo caso la ditta dovrà pagare un ticket raddoppiato se ha messo in atto una procedura di cassintegrazione dei propri dipendenti. Nel caso in cui invece si tratti di licenziamenti a seguito di un mancato accordo sindacale, il ticket di licenziamento viene addirittura triplicato.