L’allarme è stato lanciato da Matteo che tramite un video sui social ha avvisato i cittadini circa questa possibilità. Vediamo cosa c’è di vero e qual è la replica della maggioranza
I rumors sulla possibilità che il Fisco possa entrare nei nostri conti correnti e prelevare forzatamente i soldi delle tasse e delle multe circolano ormai da diverso tempo. Uno spauracchio che gli italiani sperano non si verifichi mai visto che soprattutto alla luce della crisi degli ultimi anni sarebbe deleterio.
Al momento però nella realtà dei fatti non è avvenuto nulla di tutto ciò. L’argomento però è tornato prepotentemente in auge dopo un video pubblicato sui social da parte di Matteo Renzi, che di fatto ha creato scompiglio e agitazione.
Stando al contenuto del filmato il Governo Meloni sarebbe propenso a consentire all’Agenzia delle Entrate di entrare nel conto corrente degli italiani con il cosiddetto prelievo forzoso, così da “prendersi” il denaro relativo a vecchie pendenze. Dunque in questo modo il leader di Italia dei Valori annunciava la presentazione di un emendamento in commissione Finanze e Tesoro del Senato per cancellare il prelievo forzoso.
In realtà però la situazione non è propriamente questa. L’articolo 16 del testo della delega fiscale attualmente in discussione, dovrebbe portare il Governo nei prossimi mesi all’adozione di un una riforma in materia di imposte, sanzioni e riscossioni. Andando nello specifico già da anni l’ADE può rivolgersi alla banca del contribuente per recuperare un credito relativo ad un bollo auto piuttosto che ad una rata Irpef, ma non può conoscere il saldo sul conto corrente.
Quindi se non c’è la disponibilità necessaria il pignoramento per forza di cose non va a buon fine. Il Fisco quindi ad oggi non ha accesso ad informazioni che svelino se il conto è in attivo o è in rosso o a zero. La modifica quindi ha come obiettivo quello di conoscere il saldo del conto così da evitare di avviare procedute di pignoramento che si rivelano poi infruttuose.
Al contempo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ci ha tenuto a precisare che non si tratta di un “prelievo forzoso” bensì di un meccanismo che discende dal Codice di procedura civile e che si può applicare anche ad altre situazioni debitorie e non solo a quelle in cui c’è di mezzo lo Stato. Insomma, una spiegazione all’opposizione per rendere più chiaro un quadro che di primo impatto poteva sembrare catastrofico.