Al via la ristrutturazione di molti immobili italiani: la Direttiva Casa green e i suoi nuovi obblighi
L’attenzione per le opzioni green negli ultimi anni è decisamente aumentata, in tutti i settori della nostra vita. Questo perché la crisi climatica si fa sempre più sentire e influenza quotidianamente le nostre vite. L’inquinamento, le inondazioni fuori controllo, le stagioni che passano da climi gelidi a impennate di calore, sono solamente alcuni degli effetti di quanto sta ormai modificando irrimediabilmente il nostro ecosistema.
Un approccio consapevole dovrebbe spingerci a rendere più sostenibili i nostri stili di vita e, tra le varie cose, anche gli edifici in cui abitiamo hanno bisogno di essere messi a norma per inquinare meno. Sulla scia delle indicazioni provenienti dal mondo, è stata di recente approvata la cosiddetta Direttiva Casa Green: trattasi di una direttiva europea che stabilisce un adeguamento di tutti gli edifici residenziali a degli standard ecologici adeguati.
Nello specifico si pone come data limite il 2030, entro la quale tutti gli edifici dovranno raggiungere la classe energetica E, per poi arrivare entro il 2033 a una classe D. Ovviamente le conseguenze sull’Italia non sono facilmente digeribili, a causa del patrimonio immobiliare della penisola.
Il problema italiano è dovuto al grande patrimonio immobiliare di cui è dotata. Alcuni palazzi sono di enorme valore ma, essendo quasi tutte costruzioni molto antiche, non sono aggiornate agli attuali standard del risparmio energetico. Ciò naturalmente provoca la necessità di ristrutturare un numero enorme di edifici.
Solo in Italia attualmente risultano essere più di 9 milioni le abitazioni non a norma per la nuova direttiva. Facendo una stima approssimativa pare dunque che circa il 70% della totalità degli edifici da mettere a norma sia italiano.
I costi da sostenere si prospettano davvero esorbitanti. Per appartamenti piccoli si parla di una spesa minima di circa 10.000 euro fino ad arrivare a 20.000 euro nel caso si tratti di un’abitazione sita in periferia. Per ciò che concerne i condomini invece, gli interventi possono costare fino ai 600 mila euro.
Quando poi si ha a che fare con delle ville, i costi della ristrutturazione ed efficientamento sfiorano anche i 100.000 euro di spesa.
In quanto paese dell’Ue l’Italia non può sottrarsi all’applicazione della direttiva, alla quale peraltro non è di certo contraria perché sostiene i propositi di efficientamento energetico, ma chiaramente trova difficoltà con le tempistiche e i costi.
Inoltre quello che stabilisce Casa Green è che se entro le date fornite non si arriva ad adeguarsi a quegli standard, le abitazioni non potranno essere vendute a terzi. Dunque in tal modo si impone una sorta di obbligo all’efficientamento.