La donazione di soldi tra amici e parenti è un’operazione troppo spesso sottovalutata, alla quale invece è bene prestare la massima attenzione per non incappare in situazioni spiacevoli.
Per molti italiani, il tema donazione di soldi tra parenti e amici, è fonte di tanti dubbi. Spesso ci si chiede come devono essere gestiti, sotto il profilo fiscale, i soldi regalati o donati, o ancora, se queste erogazioni debbano essere dichiarate. Per cui, in questo articolo cerchiamo di capire come devono essere gestite questo tipo di operazioni secondo la Legge italiana, al fine di non incappare in sanzioni o, peggio, finire nell’occhio del mirino del Fisco.
Prima, però, è necessario fare un passo indietro e chiarire bene il concetto di donazione. A tal proposito, il nostro Codice Civile all’articolo 769 stabilisce che: “La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione”. Tra le forme di donazione più comuni, senza dubbio, c’è quella in denaro, avente ad oggetto il trasferimento di somme da un soggetto all’altro per spirito di liberalità. Del resto, quante volte sarà capitato di regalare dei soldi ai propri figli o nipoti?
Proprio per tale ragione, è meglio conoscere le regole previste dal nostro sistema giuridico per il trasferimento di denaro, anche in casi apparentemente banali come i trasferimenti di denaro tra parenti e amici.
Le donazioni di soldi tra amici e parenti possono avvenire in tre diversi modi. Il primo è la donazione diretta, ovvero, quando il denaro viene consegnato senza specificare lo scopo del passaggio. In questo caso, se la somma donata è consistente è necessario stipulare un atto pubblico in presenza di un notaio e due testimoni. Diversamente, in presenza di una donazione di modico valore, non è necessario l’atto pubblico. Va specificato che, riguardo al concetto di modicità, la legge non fa riferimento a cifre esplicite, ma stabilisce che “la modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante e del donatario”. Ad ogni modo, è fondamentale tener conto della norma antiriciclaggio che, lo ricordiamo, non consente il trasferimento di contanti per importi superiori a 3 mila euro.
Un’altra forma di donazione è quella indiretta con bonifico, ovvero, quando i soldi vengono trasferiti da un conto all’atro, specificando nella causale del bonifico lo scopo della donazione, ad esempio, “donazione per acquisto casa”. In questo caso, la legge non richiede l’atto pubblico. Infine, è possibile scegliere la forma di donazione indiretta al venditore, cioè, quando si paga per l’acquisto di un bene da intestare ad un parente. Come nel caso precedente, trattandosi di donazioni indirette, non è richiesto un atto pubblico.
Concludendo, è possibile donare soldi a parenti o amici rispettando la formula “quanto guadagni, tanto spendi”. I controlli possono scattare nel momento in cui le spese superano le entrate del 20%. In più, per evitare rischi è sempre meglio eseguire le donazioni con strumenti che garantiscono la tracciabilità delle operazioni. Dunque, con assegno o bonifico.