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Cosa fare se un erede si rifiuta di vendere casa? Lo scioglimento della comunione ereditaria

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Quando ci sono più eredi di mezzo e uno di questi non ha intenzione di vendere la casa possono sorgere diversi problemi. Come risolvere queste controversie

Le questioni ereditarie sono sempre piuttosto spinose da risolvere, soprattutto se riguardano le case. Quando più persone ereditano il medesimo immobile si forma una vera e propria comunione ereditaria. Una situazione in cui ciascun erede può utilizzare l’appartamento per i propri fini senza poter impedire agli altri di fare lo stesso.

Infatti ciascuno di essi ha una quota ideale sull’intero immobile e la possono sfruttare per intero. Discorso completamente differente per quanto concerne la vendita per cui è necessario il consenso di tutti. Ma cosa succede in una situazione di eventuale contrasto in cui uno dei coeredi di rifiuta di procedere con la cessione del bene?

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L’altra strada percorribile è la vendita della quota dell’immobile e se anche in questo caso non viene data una risposta positiva non resta che rivolgersi al giudice e chiedere lo scioglimento coattivo della comunione ereditaria. L’azione può essere svolta anche da un singolo erede senza necessità che ci sia il consenso degli altri.

Il giudice eseguirà una serie di passaggi. In primis verifica se il bene è divisibile in natura secondo porzioni che rispecchino le rispettive quote. Facendo un esempio pratico in presenza di due eredi al 50% e di una villetta su due piani, ciascun erede potrà ottenere un piano facendo dei lavori per un ingresso separato e la divisione dell’immobile in due singole unità immobiliari.

Qualora non sia fattibile la divisione in natura, il giudice verifica se c’è un altro erede disposto ad acquistare per intero il bene liquidando gli altri con il valore monetario delle rispettive quote. Se c’è questa volontà il giudice assegna a questi la casa ordinando di pagare ai coeredi il prezzo delle rispettive quote.

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Se sono più eredi a chiedere l’assegnazione, il giudice nel dover accordare una preferenza deve tener necessariamente conto se ci sono dei diritti da salvaguardare come nel caso di un erede che viveva già in quella casa prima che avvenisse la divisione. In tal caso viene favorito rispetto agli altri anche se la sua quota è inferiore. In caso contrario il giudice normalmente accorda l’immobile a colui o colei che detiene la quota maggiore. E in caso di quote uguali? Può sembrare assurdo ma il giudice estrae a sorte l’assegnazione del bene.