Cosa dobbiamo pagare quando possediamo un conto corrente e perché: cos’è l’imposta di bollo
Possedere un conto corrente vuol dire sostenerne anche i costi di mantenimento. Questi mutano da banca a banca chiaramente e dipendono dalla tipologia di contratto che abbiamo stipulato. Tuttavia indiscriminatamente tutti i conti corrente presenteranno un canone mensile da pagare e degli oneri fissi, delle commissioni, per ogni operazione come la disposizione di un bonifico, il pagamento di un bollettino o il prelievo da uno sportello bancomat.
Ciò che magari non sanno tutti è che va considerata anche la cosiddetta imposta di bollo: una tassa che viene applicata ai conti corrente che superano la soglia di 5.000 euro presenti in giacenza. Tale imposta ammonta a 34,20 euro per le persone fisiche e 100 euro per le persone giuridiche. Il calcolo della giacenza viene effettuato sul saldo medio del cliente sul proprio conto in quanto l’imposta di bollo è una tassa annuale.
Solitamente la banca preleva automaticamente dal c/c l’importo, spesso scaglionandolo in rate trimestrali di circa 8,55 euro a trimestre (per le persone fisiche). Ci sono però alcuni casi in cui si può risultare esenti da suddetta imposta.
Ecco i casi in cui un soggetto può dirsi esente dal pagamento dell’imposta di bollo:
Le persone che utilizzano conti corrente sono tantissime, anche perché oggi questo è divenuto il principale metodo per conservare la propria liquidità. Tuttavia si fa presente che dall’anno 2021 al 2023 si è registrato un calo delle giacenze medie di ben 61 miliardi di euro.