Pensioni, l’INPS sblocca diverse migliaia di arretrati | Controlla se sei tra i fortunati
Il tema pensioni in Italia è sempre molto scottante, a volte, però, arrivano notizie positive che accendono un barlume di speranza per i cittadini.
Nel nostro Paese, la materia pensioni è piuttosto controversa. Lo dimostra il susseguirsi, nel corso del tempo, di numerose modifiche legislative in merito, soprattutto, per quanto riguarda i requisiti e le età per avere accesso al trattamento. Il motivo è presto detto! La spesa previdenziale è uno dei capitoli più pesanti per il bilancio pubblico, per cui, l’esigenza è risparmiare.
A peggiorare la situazione, in questi anni, l’andamento demografico che, da un lato vede l’invecchiamento della popolazione dovuto all’aumento della durata della vita media, e dall’altro una forte denatalità, quindi meno giovani che versano contributi utili a finanziare le pensioni. Attualmente, il sistema prevede il riconoscimento alla pensione di vecchiaia al compimento di 67 anni di età, a patto che sia soddisfatta un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.
Tuttavia, talvolta, possono esserci sorprese positive per gli ex lavoratori a riposo, proprio come è accaduto ad un pensionato in Emilia Romagna che si è visto riconoscere un trattamento che credeva di non poter mai più ottenere, recuperando anche diverse migliaia di arretrati, 32 mila euro per la precisione. Una notizia clamorosa, che in pochissimo tempo ha fatto il giro del web e che ha dato modo di approfondire il discorso pensioni in deroga e con pochi anni di contribuzioni.
Pensione: quando viene riconosciuta anche senza contribuzione minima
Attualmente, la legge prevede che per accedere al trattamento pensionistico sia necessario aver raggiunto 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, proprio come nel caso del pensionato Emiliano, talvolta per accedere alla pensione, è sufficiente avere 15 anni di versamenti. Si tratta della pensione in deroga, una misura prevista da una vecchia normativa conosciuta come deroga Amato.
L’ordinamento previdenziale prevede tre deroghe Amato che consentono l’accesso alla pensione con soli 15 anni di contribuzioni (780 settimane) all’età di 67 anni. La prima delle deroghe Amato garantisce il riconoscimento al trattamento con un minimo di 15 anni di versamenti, agli iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS così come a quelli iscritti presso i fondi sostitutivi ed esclusivi, a patto che tutti quanti accreditati entro il 31 dicembre 1992. La seconda deroga Amato consente l’accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi collocati anche dopo il 31 dicembre 1992, a patto che, ci sia stata da parte dell’INPS l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari entro il 26 dicembre 1992. Di questa seconda deroga, però, non possono beneficiare i dipendenti pubblici, considerato che per questa categoria di lavoratori l’autorizzazione alla contribuzione volontaria non poteva essere conseguita alla data del 31 dicembre 1992.
Infine, la terza deroga Amato prevede l’accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi a condizione che si tratti di contribuzione da lavoro subordinato accreditata presso il fondo pensione dei lavoratori dipendenti. In alternativa, è possibile andare in pensione con almeno 25 anni di anzianità assicurativa. In altre parole, il primo versamento deve risultare almeno 25 anni prima della domanda di pensione, anche se in realtà gli anni di contributi sono meno di 25.