Pensione, che fine faranno i 40enni di oggi: ricerca inquietante | Meglio cercare un’alternativa
Tutti i lavoratori aspettano il momento in cui andranno in pensione per riposare e viaggiare, occuparsi dei nipotini o seguire gli hobby trascurati per troppo tempo. Ma siamo sicuri che si potrà fare?
Recentemente è stata pubblicata una ricerca che ha evidenziato una preoccupante situazione per i lavoratori italiani. I 40enni in Italia rischiano di avere una pensione in regime contributivo insufficiente a garantire una vita dignitosa.Pensione futura, una ricerca svela realtà preoccupanti
La Corte dei Conti ha cercato di rispondere alla domanda se i giovani avranno mai una pensione dignitosa. Nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, i magistrati contabili hanno preso in considerazione un campione Inps di 575 posizioni assicurative di giovani quarantenni totalmente “contributivi”. Solo per le figure-tipo di lavoratori del comparto delle Forze armate e del settore sanitario si è riscontrato un trattamento adeguato. Le posizioni più fragili riguardano invece i lavoratori autonomi parasubordinati, i coltivatori diretti e le lavoratrici dipendenti private. Nel rapporto si evidenzia anche che il 40,8% delle posizioni analizzate (235 su 575) presenta una retribuzione lorda inferiore ai 20 mila euro e riguarda il 28% dei giovani coinvolti.
Secondo il dossier, il 28% dei giovani inclusi presenta una retribuzione annuale lorda inferiore ai 20.000 euro. Inoltre, si fa notare che circa il 40,8% delle 575 posizioni prese in considerazione risultano essere remunerate in modo inferiore ai 20.000 euro. Tale percentuale si applica quindi a un ampio numero di giovani.
La Corte dei Conti ha preso come riferimento il campione Inps per analizzare la situazione di 11 lavoratori “tipo”, tutti di 40 anni e pienamente contribuenti. Questo gruppo eterogeneo comprende lavoratori dipendenti del settore privato, sia uomini che donne, artigiani, commercianti e coltivatori diretti che lavorano in autonomia, lavoratori parasubordinati e coloro che sono attualmente in mobilità o disoccupati. Inoltre, l’analisi tiene in considerazione i lavoratori del settore sanitario, del settore pubblico, dell’istruzione e delle Forze armate.
La pensione giusta solo per pochi settori privilegiati
Secondo un rapporto della magistratura contabile, le differenze tra le diverse professionalità sono evidenti: alcuni, come le forze armate e il personale sanitario, godono di un tenore di vita molto confortevole, mentre altri, come i coltivatori diretti o i lavoratori autonomi, sono particolarmente svantaggiati.
I militari e il personale delle Forze armate hanno accumulato in media circa 235.000 euro di contributi previdenziali alla fine del 2020, mentre il personale sanitario ha accumulato oltre 178.000 euro nello stesso periodo. Tuttavia, entrambi i settori hanno dei pesanti gravi di zaino: le retribuzioni medie sono significativamente più alte rispetto ad altre categorie di lavoratori.