Un’altra vittima si è aggiunta alla lista dei casi dovuti al cosiddetto fenomeno del “Forgotten baby syndrome”. Vediamo nel dettaglio cos’è e perché è così importante correre ai ripari.
Il recente caso della bambina di un anno deceduta a Roma, riaccende i riflettori sul “Forgotten baby syndrome”, ovvero, il fenomeno per il quale i bambini vengono dimenticati nelle auto.
Quello della piccola è solo l’ultimo dei tanti casi dovuti alla sindrome dei bambini dimenticati, un fenomeno per il quale, attualmente, ancora non vi è un’ampia letteratura scientifica sul perché accada. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Umane dell’Università Sapienza di Roma e pubblicato nel 2020 su “Rivista Psichiatria”, le cause del FBS non sarebbero “tali da essere riferibili in senso univoco e lineare a condizioni di rilevanza psicopatologica”.
Il monitoraggio è stato effettuato su 171 casi registrati negli Stati Uniti, di cui il 73 per cento riguardava bambini che erano stati lasciati in auto da adulti. Inoltre, gli studiosi hanno evidenziato “La metà degli adulti era inconsapevole, o se ne era dimenticato.Nella maggior parte dei casi tali episodi coinvolgono soggetti adulti che hanno funzionalità psichiche cognitive perfettamente integre”.
Insomma, un vuoto di memoria di cui ancora non sono state individuate le cause e di cui chi ne è vittima, spesso purtroppo, se ne accorge troppo tardi.
Nel nostro Paese, dal 1998 al 2023, si contano 11 vittime a causa del FBS. La prima vicenda accadde a Catania quando un tecnico dimenticò nell’auto, per sette ore e ad una temperatura di 40 gradi, il figlioletto di appena 20 mesi. L’ultima, quella di appena poche ore fa, potrebbe essere proprio la bambina di un anno morta ieri in un’auto nella zona romana della Cecchignola. Vicende drammatiche, che le autorità competenti cercano di combattere con ogni mezzo.
Proprio con l’intento di mettere un punto al numero di vittime causate dalla sindrome del bambino dimenticato, nel 2019 è entrata in vigore in Italia la legge 157, anche conosciuta come legge “salvabebè”, che ha sancito al 6 marzo 2020 l’obbligo per i conducenti dei veicoli che trasportano bambini di età inferiore a 4 anni l’utilizzo di appositi seggiolini antiabbandono, dotati di precise caratteristiche tecniche stabilite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Codice della Strada prevede salatissime sanzioni (fino a 300 euro), oltre che la decurtazione di 5 punti dalla patente, in caso di utilizzo di dispositivi non conformi o non correttamente funzionanti.