Assegno Unico, l’INPS aggiusta i conti: per alcune famiglie non ci sono buone notizie
Il ricalcolo degli importi relativi all’Assegno Unico Universale riguarderanno circa 900 mila nuclei familiari, ma per alcuni non ci sono buone notizie.
In arrivo il maxi conguaglio annunciato dall’INPS. Il ricalcolo degli importi dell’assegno unico per figli a carico riguarderà circa 900 mila nuclei beneficiari, ovvero il 16 per cento del totale, ma non ci sono buone notizie per tutti!
La misura, che lo ricordiamo è stata introdotta dall’ex Governo Draghi a partire dallo scorso anno, ha sostituito ed inglobato diverse misure, precedentemente in vigore, a sostegno delle famiglie con figli a carico. Normalmente accreditato verso la metà di ogni mese, l’erogazione del mese di maggio ha subito notevoli ritardi. La causa è da ricercarsi proprio nella rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire dalla mensilità di marzo 2022 che hanno interessato quasi 900 mila percettori.
Proprio come ha chiarito l’Istituto Previdenziale nel messaggio numero 1947 del 26 maggio 2023, è stato avviato “il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso del 2022. Tali calcoli tengono conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023”. In altre parole, il conguaglio non comporterà solo aumenti, ma in alcuni casi dovranno essere restituiti dei soldi.
Assegno Unico: aumenti e rimborsi
Come abbiamo detto in precedenza, le operazioni di ricalcolo hanno visto coinvolti quasi 900 mila trattamenti. I conguagli sono stati in gran parte positivi, generando i cosiddetti “conguagli a credito”, ovvero hanno dato luogo a importi da erogare in favore dei richiedenti dell’assegno. Circa 512 mila beneficiari hanno ricevuto un importo ritoccato al rialzo, per un totale di 140 milioni di euro in più, quasi 272 euro a famiglia. Ma le buone notizie non riguardano tutti.
Sono circa 378 mila le famiglie per le quali è prevista la restituzione di parte dei soldi finora percepiti. Sono 15 i milioni di euro oggetto di recupero da parte dell’INPS, ovvero, una riduzione dell’assegno di quasi 41 euro. Sempre l’Istituto Previdenziale ha fatto sapere che tutti i percettori di assegno unico universale interessati dal maxi conguaglio saranno informati dell’aumento per eccesso o per difetto “con un sms e un messaggio e-mail e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al contact center oppure alle sedi dell’istituto”. Ma chi deve restituire parte dei soldi?
Il provvedimento riguarderà, anzitutto, le famiglie che hanno presentato una certificazione Isee discordante dalle informazioni delle banche dati dell’INPS e che, dunque, hanno percepito indebitamente somme non spettanti. Tra i casi di ricalcolo in negativo, anche le famiglie monogenitoriali che hanno fruito della maggiorazione riconosciuta esclusivamente ai nuclei in cui entrambi i genitori risultavano titolari di reddito da lavoro. Secondo il decreto legislativo numero 230 del 2021 all’articolo 4 comma 8, infatti, hanno diritto alla maggiorazione solo le famiglie con due genitori lavoratori. Un genitore single, sebbene lavoratore, non rientra nella casistica prevista, pertanto, è tenuto a restituire parte degli importi ricevuti prima dello stop del beneficio avvenuto lo scorso ottobre.