Vacanze 2023, mete più costose vs mete più convenienti: il confronto è spiazzante
Quali sono le località in cui conviene andare maggiormente nel 2023? E quali sono invece quelle che comportano un esborso maggiore? Tutto quello che c’è da sapere in merito
I rincari a livello mondiale hanno avuto un impatto importante anche per quanto concerne i costi delle vacanze. Dagli alloggi al cibo passando per i mezzi di trasporti, tutto è diventato più costoso nel 2023. Chiaramente alcuni posti sono più cari di altri, per questo è bene capire dove si sono registrati i principali aumenti.
Per avere una panoramica più precisa è meglio suddividere i posti in base a ciò che offrono. In questa sede infatti prenderemo in considerazione le città che sono sempre tra le principali scelte e chiaramente le località balneari visto che seppur a rilento l’estate è ormai alle porte.
Vacanze 2023: i posti più cari e i posti più economici in cui soggiornare
Sulla base dei dati forniti dall’Istat relativi all’inflazione di marzo 2023 e rielaborati dall’Unione Nazionale dei Consumatori, la città in cui è aumentato maggiormente il costo della vita è Bolzano che fa registrare un tasso di inflazione dell’8,5%. Al secondo posto c’è Milano con un rialzo dei prezzi dell’8,2% mentre chiude il podio Siena. Al quarto posto troviamo Genova che ha l’inflazione più alta d’Italia con una percentuale che sfiora il 10%. Nella top five anche Varese con un inflazione pari al 7,8%.
Tornando alle vacanze, Assoutenti associazione a tutela dei consumatori ha lanciato l’allarme in vista della stagione calda. Il rischio di un vero e proprio salasso è abbastanza alto stando ai dati forniti dall’Istat. Sulla base di questo è stato realizzato uno studio in cui sono stati confrontati i listini di hotel, pensioni, b&b e varie strutture ricettive nelle principali città italiane. Rispetto al 2022 la media è di +15,2% per gli alberghi e dell’11,1% in villaggi e campeggi.
Facendo alcuni esempi pratici Firenze si piazza al primo posto per il caro albergo con un clamoroso +43,2% rispetto al 2022. Milano invece ha fatto registrare il 38% in più. Anche Campobasso, Venezia, Palermo e Ferrara fanno parte di questa elitè che non piacerà molto agli italiani.
Le località balneari che hanno ritoccato i prezzi dei listini verso l’alto sono invece la Sardegna con la provincia di Olbia-Tempio che spicca sulle altre, la Puglia e l’Emilia Romagna con aumenti che oscillano dal 15% al 17%. Effetto opposto nelle province di Caltanissetta, Viterbo e Trapani dove i prezzi dei pernottamenti sono calati di circa il 4-6%. Non male visto quello che hanno da offrire ai turisti.