Lo spettro dell’anno “senza estate”: cosa vuol dire e a quando risale l’unico precedente
L’anno “senza estate” nel caso non sarebbe una novità assoluta. Già una volta nel corso della storia è successo qualcosa di simile. Andiamo a vedere cosa significa esattamente
Il maltempo che sta caratterizzando questa primavera sta spaventando e non poco gli amanti dell’estate che temono delle ripercussioni anche sulla prossima stagione calda. D’altronde l’anno senza estate non sarebbe una novità assoluta. In passato è veramente esistito e seppur si sia trattato di un caso più unico che raro, sta tornando prepotentemente d’attualità.
Cerchiamo quindi di capire a cosa fu dovuto questo clamoroso evento e se davvero bisogna temere per l’estate 2023. Tante persone hanno già programmato le loro vacanze e non hanno nessuna intenzione di doverci rinunciare.
Anno senza estate: come capire se ciò può realmente avvenire
Correva l’anno 1816 noto al mondo anche come l’anno della povertà. Le gravi anomalie del clima estivo portarono alla distruzione dei raccolti dell’Europa settentrionale e dell’America nordorientale. Oggi si ritiene che quegli sconvolgimenti furono causati dall’eruzione vulcanica di Tambora nell’isola di Sumbawa situata in Indonesia, avvenuta dal 5 al 15 aprile 1815.
L’avvenimento portò all’immissione di grandi quantità di cenere vulcanica negli strati superiori dell’atmosfera con conseguente abbassamento della temperatura globale a causa della fatica che la luce solare faceva nell’attraversare l’atmosfera. A ciò si aggiunsero il minimo di Dalton durante il quale si ritiene che il sole abbia emanato meno energia e la piccola era glaciale, ovvero una fase di raffreddamento del pianeta che si protrasse fino al 1850.
In questa fase fortunatamente non ci sono eruzioni vulcaniche in atto, il sole sta facendo il suo dovere e l’era glaciale è solo il titolo di una simpatica saga di film per bambini. Quindi, cerchiamo di capire se realmente ci possono delle analogie tra il 1816 e il 2023.
Prima di addentrarci in questa spinosa materia è bene fare una precisazione. Le condizioni meteo che avvengono in un determinato luogo e in una specifica fase temporale non possono influenzare i mesi successivi. È più opportuno parlare di tempo atmosferico, che solitamente si esaurisce nel corso di una settimana o al massimo 10 giorni.
Quindi, facendo una sintesi in termini spicci, il fatto che stia piovendo tanto adesso e che le temperature siano più basse della media stagionale non significa che il quadro sarà il medesimo per i prossimi tre mesi. Bisogna allargare i propri orizzonti all’intero sistema climatico globale, concentrandoci in particolare su ciò che accadrà nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Attenzione infatti al Nino e alla Nina, che sono rispettivamente un riscaldamento e un raffreddamento della superficie oceanica. Insomma, allo stato attuale tutto rimane nell’ambito delle ipotesi.